Anche se la diffusione del VoIP negli USA è decisamente più capillare di quanto non lo sia da noi, sempre più aziende decidono di impedire l’installazione e il funzionamento di Skype sui computer dei loro dipendenti. Skype, rispetto agli abbonamenti telefonici tradizionali, sicuramente consente dei risparmi notevoli, ma questo non basta alle aziende in questione a consentirne l’uso ai dipendenti.
I motivi sono fondamentalmente tre: il primo è che Skype, come tutti sappiamo, ha una chat integrata. La chat non è ben vista dalle aziende, a meno che non sia organizzata e controllata perché fa correre ai dipendenti il rischio di perdere tempo in conversazioni private durante gli orari di lavoro.
Ma anche il fatto che i dipendenti possano telefonare sfuggendo al controllo dell’azienda (per esempio loggandosi con il loro account privato) è una cosa che non è affatto ben vista. Il rischio non è solo che trascorrano troppo tempo impegnati in telefonate di natura privata, ma, dato che le chiamate avvengono all’esterno del sistema telefonico aziendale, non possono essere tracciate e questo faciliterebbe il contatto con eventuali aziende concorrenti.
Un terzo punto è che l’utilizzo della banda Internet necessario al funzionamento di Skype è rilevante, soprattutto se moltiplicato per i molti dipendenti. Skype, essendo un software basato su una logica peer to peer utilizza una minima banda anche quando non è utilizzato, ne utilizza una certa quantità per le chiamate voce e una quantità notevole per le chiamate video, con ripercussioni sull’uso complessivo della connessione Internet.