Sì, Skype collaborerà. Messo alle strette dalla pressione partita dall’Italia e moltiplicata dall’eco dell’Unione Europea, il gruppo ha fatto un primo passo nella direzione della collaborazione. Al momento il tutto si limita a dichiarazioni e disponibilità, senza nulla di specifico, ma trattasi comunque di un tassello fondamentale della storia: il muro contro muro non ci sarà, o almeno si tenterà di evitarlo, e Skype metterà a disposizione informazioni proprie per aiutare gli inquirenti nelle proprie indagini e nelle proprie intercettazioni.
Il caso, si sa, è esploso in Italia con le dichiarazioni del Ministro Maroni e della Direzione Nazionale Antimafia nelle quali si esplicitava la tendenza del malaffare a spostare su Skype le proprie comunicazioni grazie alla possibilità di sfuggire alle intercettazioni. Tale tendenza è tecnicamente motivata: il protocollo Skype non permette una agevole attività di indagine, il che rende il sistema perfetto per le necessità di quanti vogliano celare con sicurezza all’orecchio altrui i contenuti delle chiamate.
Il passo mosso da Skype è tutto nel report di Repubblica.it, ove la nota dell’azienda viene raccolta: «Skype ha ceduto e ha annunciato che in futuro collaborerà con le forze di polizia per permettere di intercettare le telefonate. Il dietro front della società estone di telefonia web arriva dopo i ripetuti appelli di Eurojust, l’organismo europeo che coordina le indagini in materia di criminalità informatica». Poche le parole citate testualmente (ed il comunicato non risulta disponibile online): «Skype è pronta a lavorare fianco a fianco di Eurojust in futuro […] Skype è lieta che Eurojust abbia riconosciuto l’impegno della società a cooperare con le autorità giudiziarie e con le forze di polizia per quanto è legalmente e tecnicamente possibile».
Queste ultime eccezioni sembrano però aver messo in allerta Eurojust, da cui giunge benvenuto all’apertura di Skype, ma con tanto di monito in attesa di informazioni precise: «È un passo avanti molto importante, già la prossima settimana sarà convocato il collegio per decidere come mettere in pratica questa collaborazione […] Questo è solo un primo passo. Prima di cantare vittoria vogliamo verificare se questa disponibilità di Skype è reale».
Da parte di Eurojust, nel contempo, trapela un reciproco passo di incontro: un precedente comunicato, particolarmente ostile nei confronti di Skype, viene aggiornato. Le informazioni precedenti, definite premature, vengono limate ed il senso cambia ora radicalmente: nessuna investigazione è in atto, e tra le parti c’è collaborazione. In attesa di un incontro, insomma, tutti sembrano convergere sul fatto che occorre anzitutto abbassare i toni.
Update:
Il resoconto ZDNet è di stampo opposto, pur partendo dalle stesse fonti. Ma soprattutto v’è un particolare aggiuntivo da non tralasciare: Eurojust avrebbe posto l’accento sulla non esclusività del coinvolgimento di Skype, citando anche Truphone quale esempio di tutto il restante mondo del VoIP.