Le class action hanno lo scopo di difendere i diritti di molte persone di fronte ad una violazione, permettendo così di recepire anche piccoli rimborsi a fronte di una iniziativa legale unica e comune. La class action ha trovato così perfetta applicazione in una causa che vede ora Skype costretta a riconoscere 4 dollari di credito ad un non meglio precisabile numero di utenti.
La proposta proviene direttamente da Skype, così da chiudere la causa in modo indolore. Potranno avere accesso al credito tutti gli utenti i quali, prima del 31 Dicembre 2009, hanno visto cancellato il proprio credito SkypeOut in seguito ad un periodo di inattività maggiore ai 180 giorni. Le regole di Skype, infatti, prevedevano la cancellazione del credito (previo avviso) in quei casi in cui l’utente non avesse speso alcunché negli ultimi 6 mesi (non effettuando, pertanto, alcuna chiamata su numeri fissi o mobili). Trattasi però di una regola non conforme a tutta una serie di leggi federali USA ed è a questo appiglio che la class action ha fatto leva per costringere Skype a riconoscere agli utenti una somma simbolica a risarcimento del danno subito.
Non solo Skype dovrà offrire 4 dollari di credito agli utenti caduti nel tranello dell'”expire”, ma dovrà anche adottare una regola differente. D’ora in poi, quindi, il servizio non cancellerà più il credito degli utenti ma disattiverà semplicemente l’account in attesa di eventuale riattivazione (con riaccredito della somma residua).
La class action non ha pertanto determinato un risultato eclatante per l’utenza passata (non poteva essere altrimenti: il danno pro-capite è minimo), ma ha comportato un importante risultato per gli attuali ed i futuri utenti del servizio: le somme a credito d’ora in poi non scadranno più e l’utenza sarà libera di utilizzare le funzioni gratuite di Skype senza timore di expire da dribblare con un SMS o una chiamata forzati.