Skype aveva annunciato che il 2011 sarebbe stato l’anno dell’approdo in Borsa. Dopo la cessione da parte di eBay, infatti, la ristrutturazione è stata dapprima tecnica, con una serie di nuove versioni rilasciate, e poi manageriale, con il cambio di CEO a siglare il cambio definitivo di rotta. Proprio quest’ultimo cambiamento, però, ha rallentato le operazioni che avrebbero dovuto portare il gruppo dritto verso Wall Street. L’appuntamento, però sarebbe soltanto rinviato.
Il Wall Street Journal cita fonti vicine al gruppo e spiega che il nuovo CEO Tony Bates necessita di tempo ulteriore per prendere per bene il controllo della situazione e fare in modo che Skype possa esprimere quanto più valore possibile prima di compiere il grande passo. I tempi di Skype potrebbero però non coincidere con quelli del mercato: se il primo semestre dell’anno sembrava essere quello ideale per la quotazione (Wall Street è in un momento positivo e le ultime parole di Barack Obama sembrano aver consegnato ulteriore fiducia agli investitori), il secondo semestre potrebbe invece offrire qualche incognita in più. Ciò nonostante, ad oggi proprio il secondo semestre del 2011 sembra essere il periodo preso in considerazione dal gruppo per l’IPO.
Skype non sarà l’unico gruppo a cercare in Borsa un nuovo destino. LinkedIn e Groupon, infatti, starebbero effettuando le medesime considerazioni del gruppo leader del mondo VoIP. Skype dalla sua ha una community in forte crescita, un brand affermato ed una storia a tutti nota, ma al contempo il modello di business è da sempre un punto interrogativo poiché il gruppo è noto più per le grandi opportunità gratuite che offre che non per le formule di abbonamento (particolarmente vantaggiose, però, nell’ambito delle chiamate internazionali).
Con una copertura di Rete in forte espansione e l’approdo di Skype su un sempre maggior numero di dispositivi mobile, il gruppo vede all’orizzonte forti margini di crescita ulteriori che andrebbero ad ingigantire ulteriormente una community già di grande prestigio. Cogliendo l’onda lunga della crescita, il CEO Tony Bates dovrà trovare il momento giusto per portare in casa la miglior quotazione possibile. L’anno 2010 si è chiuso con entrate per 800 milioni di dollari, mentre il 2011 sarà l’anno in cui si supererà il miliardo di dollari. Nel frattempo, però, ci sarà un importante capitolo di bilancio da scrivere a Wall Street.