Dopo i rumor dei giorni scorsi, che vedevano Niklas Zennstrom e Janus Friis, i due fondatori di Skype, interessati a riappropriarsi del famoso software VoIP, ceduto ben quattro anni fa per 2,6 miliardi di dollari al gruppo
eBay, ieri, proprio John Donahoe, CEO di eBay, ha annunciato l’intenzione di realizzare uno spin-off e di rendere così indipendente Skype.
Questa iniziativa permetterebbe di massimizzare il potenziale rappresentato da Skype, che attualmente, a causa della scarsa sinergia con le attività core business della società di San Josè, non è adeguatamente valorizzato.
A questa decisione si affianca l’entrata in borsa di Skype, prevista per il primo semestre del prossimo anno, il 2010, un’operazione che avrà un timing ben preciso, anche per cercare di fronteggiare la particolare congiuntura economica.
Molti hanno però interpretato la quotazione in borsa come il primo passo verso la cessione di Skype, anche se da
eBay smentiscono e affermano invece che dietro l’offerta pubblica di vendita (IPO) non vi è altro che la volontà di donare al software VoIP maggiore autonomia per ottenere performance migliori.
Non si hanno notizie circa la cifra richiesta dal gruppo, ma si ipotizza che si aggiri intorno ai 2 miliardi di dollari. Su questo argomento diversi sono i pareri degli specialisti e c’è chi come Meryll Lynch sostiene che in realtà l’offerta pubblica di vendita sia solo una manovra per alzare il prezzo in vista di una possibile cessione a privati, ma anche chi come Thomas Wiesel o Credit Suisse ritiene che il valore di cessione di Skype non superi il miliardo e mezzo di dollari.
Attualmente, non è possibile fare una stima precisa, ma sicuramente bisognerà valutare Skype non tanto per la situazione attuale, ma proprio per il suo potenziale che, secondo le parole di John Donahoe è attualmente inespresso e che, quindi, potrebbe riservare grosse sorprese in futuro.