Skype nel mirino del Garante per la Privacy

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali chiede a Skype maggior chiarezza nel trattamento degli account volontariamente cancellati dagli utenti.
Skype nel mirino del Garante per la Privacy
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali chiede a Skype maggior chiarezza nel trattamento degli account volontariamente cancellati dagli utenti.

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha notificato a Skype una comunicazione nella quale ha espresso dubbi sul modo in cui gli utenti vengono informati circa il trattamento dei loro dati. Il punto di disaccordo è relativo al trattamento dei dati degli utenti dopo la cancellazione del loro account, qualcosa sul quale il Garante ha evidentemente voluto vederci più a fondo in virtù delle nebulose spiegazioni offerte dal gruppo tra le FAQ del servizio.

Il dialogo tra Skype ed il Garante è avvenuto a fine 2012 ed a distanza di poche settimane il gruppo oggi controllato da Microsoft sembra aver voluto dare un riscontro immediato all’Autorità italiana: «Skype migliorerà le procedure per consentire agli utenti di chiudere il proprio account e integrerà le informazioni per venire incontro alle loro esigenze». Il comunicato ufficiale diramato in queste ore dal Garante non pone la parola fine in calce alla vicenda, ma sembra comunque delineare una strada in discesa sulla quale Skype ha immediatamente tracciato la propria disponibilità a collaborare.

Spiega il Garante:

Skype ha ammesso che le indicazioni contenute nelle “domande più frequenti” (Faq), secondo cui “una volta creato, non è possibile eliminare un account Skype”, non informano in maniera adeguata gli utenti. Esse d’ora in poi verranno dunque modificate per spiegare chiaramente che si potrà comunque bloccare in via permanente il proprio account rivolgendosi al servizio di supporto tecnico clienti, il quale provvederà a deindicizzare  lo username dell’utente dalle pagine pubbliche del servizio, in modo tale che non sia più operativo né visibile dagli altri. Skype sta peraltro valutando potenziali migliorie per consentire un’autonoma chiusura dell’account da parte dell’utente.

La non-cancellazione dei dati avrebbe un motivo preciso: evitare che qualcuno si possa impossessare di account altrui, anche se abbandonati, simulando una identità non reale. A salvaguardia del proprio network e degli utenti, quindi, ogni account rimane memorizzato e non se ne perde traccia. Anche a fronte delle spiegazioni fornite, il Garante non intende però abbandonare la questione:

Permane dunque la necessità di alcuni chiarimenti in ordine alla tipologia dei dati conservati, dopo la chiusura dell’account, e ai tempi e alle modalità di tale conservazione, della quale peraltro l’utente potrebbe non essere del tutto consapevole.

Per tali motivi, il Garante ha deciso di avviare ulteriori approfondimenti e di sollevare la questione nell’ambito del Gruppo di lavoro che riunisce le Autorità della protezione dati europee

Nessuna sanzione e nessuna azione punitiva nei confronti di Skype: il Garante vuole semplicemente vederci chiaro poiché il cimitero degli account non possa rappresentare una violazione dei dati degli utenti espressamente usciti dal network in questione.

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