Un update alla release 3.1 da breve rilasciata apre a Skype le porte di un’opzione che potrebbe rappresentare la più importante delle novità in preparazione (è recente l’annuncio parallelo di SkypeFind). Skype Prime, questo il nome del servizio, introduce infatti la possibilità di ricevere chiamate a pagamento con le quali poter direttamente guadagnare. La transazione avviene tramite PayPal e la cifra è decisa in prima persona da colui il quale riceve la chiamata.
Le possibili applicazioni di un servizio simile sono molteplici ed al momento è necessario più che altro comprendere i vari passaggi che reggono il concept. L’idea è quella per cui un utente può mettersi al servizio di un altro a pagamento (l’esempio è quello di un utente che offre consigli sul foto editing per 1.90 euro al minuto). Il ricevente stabilisce a priori il valore della chiamata, la quale inizierà sempre gratuitamente per poi passare ad azione remunerativa sotto specifica azione sull’interfaccia (entrambi i poli della comunicazione dovranno aver aggiornato Skype alla versione abilitata).
Il prezzo stabilito potrà essere “una tantum” (per il servizio) oppure addebitato in base alla durata della chiamata (euro/minuto). Si andrà da 0.40 a 2 euro al minuto per le tariffe a tempo e da 0.40 a 10 euro per le tariffe fisse. Il guadagno accumulato verrà riconosciuto sul conto PayPal ed in certi paesi (Italia compresa) il tutto potrà essere quindi convertito in moneta. La comunicazione di Skype (firmata Janus Friis) sottolinea inoltre come il servizio permetta anche una videochiamata a pagamento, strumento fino ad ora non possibile con i tradizionali strumenti telefonici, il che potrebbe ampiamente estendere le possibilità offerte da questo canale comunicativo.
Per accedere a Skype Prime occorre scaricare ed installare la nuova versione beta di Skype 3.1. Per ospitare chiamate a pagamento è necessario in seguito configurare il proprio profilo tramite gli “strumenti” del client ed avviare il tutto durante la telefonata. Trattasi di una delle prime vere forme di sinergia tra asset della famiglia eBay, il che potrebbe rappresentare qualcosa di importante per il giudizio che gli analisti (da tempo poco concordi con le strategie di acquisizione poste in essere dal top management negli anni passati) offrono del gruppo.