Nei giorni scorsi ha preso piede un progetto collettivo volto ad identificare l’anima di Skype tramite un processo di reverse engineering. Trattasi di un progetto difficile ed ambizioso, le cui conseguenze potrebbero però essere imprevedibili. E contro il quale, quindi, Skype si è presto schierata in chiara e diretta opposizione.
Alla luce di quanto emerso, infatti, abbiamo chiesto a Skype una presa di posizione utile a capire fino a che punto l’iniziativa sarebbe stata tollerata ed in che modo possa essere giudicata. Il gruppo ci ha risposto puntando il dito contro l’iniziativa, considerata illegale e pericolosa e pertanto da bocciarsi a priori. Sebbene il team Skype non abbia al momento intrapreso alcuna iniziativa tecnica o legale per ostacolare l’opera messa in atto per carpire i segreti del protocollo del sistema (oggi sotto proprietà Microsoft), il parere è comunque del tutto chiaro e le conseguenze arriveranno presto per logica conseguenza:
Questo uso non autorizzato della nostra applicazione per attività maligne quali spamming o phishing viola la proprietà intellettuale Skype. Stiamo per intraprendere le iniziative necessarie per prevenire nefasti tentativi di sovvertire l’esperienza Skype. Skype tiene in seria considerazione la sicurezza dei propri utenti e lavoriamo instancabilmente per assicurare ad ogni individuo la miglior esperienza possibile.
Il progetto “Skypeopensource” potrebbe insomma avere le ore contate. Se il protocollo fosse effettivamente messo in chiaro, del resto, il client sarebbe nudo di fronte ad eventuali malintenzionati ed i pericoli di spam e sicurezza si moltiplicherebbero. Il proposito di rendere più intercomunicante il sistema con l’esterno, insomma, rischia di aprire un varco che Skype non potrebbe tollerare. Le azioni di prevenzione saranno presumibilmente tecniche e legali, bloccando su entrambi i piani ogni eventuale progetto antitetico. Il tutto, peraltro, con le spalle coperte dal colosso Microsoft.