Nella notte italiana, Slack ha fatto il suo annuncio pubblico di volontà di lancio presso la borsa di New York. Il riferimento parla di una quotazione da 26 dollari per azione. Il WSJ, in assenza di conferme dirette, afferma che la valutazione attuale del gruppo è di circa 15,7 miliardi di dollari.
In realtà, quella di Slack non è una vera IPO ma una direct listing, ossia una quotazione diretta, evitando il tipico processo e tenere fuori sottoscrittori bancari e altri azionisti, almeno in fase di approdo presso il NYSE. Questa non è la prima volta che un’azienda tecnologica sceglie una strada alternativa all’IPO. Spotify ha fatto la stessa cosa in questo periodo lo scorso anno, anche se la pratica è ancora poco usata da quelle startup che mirano a ottenere liquidità presso il mercato pubblico.
Slack, lanciato nel 2013, è stato inizialmente costruito come progetto parallelo per supportare la comunicazione tra i team per la società di sviluppo Tiny Speck. Negli anni successivi, è diventato uno degli strumenti di comunicazione aziendale più riconosciuti e sfruttati. Slack dovrebbe andare in borsa con il tag WORK, ovviamente diretto alla sua attività principale. Ovviamente, il prezzo di riferimento non equivale a quello dell’offerta e di apertura: le azioni di classe A di Slack potrebbero essere scambiate a 26 dollari ma anche a cifre inferiori. Il valore finale verrà determinato dal mercato, in base a calcoli che tengono conto degli ordini di acquisto rispetto a quelli di vendita.
Anche perché Slack ha ancora i bilanci in rosso nonostante l’evolversi dei ricavi: lo scorso anno fiscale, terminato il 31 gennaio, il gruppo ha riportato una perdita netta di 138,9 milioni di dollari, a fronte di 400,6 milioni di dollari in ricavi.