Una fotocamera capace di vedere dietro oggetti solidi semi-trasparenti: sembra impossibile, ma è ciò che hanno creato degli scienziati israeliani, direttamente dal Weizmann Institute of Science. Vetro ghiacciato e persino la pelle umana non saranno più un ostacolo per gli occhi, e tutto grazie a giochi di luce.
Ori Katz, Eran Small e Yaron Silberberg sono i nomi degli studiosi che hanno scelto di mettere da parte laser e raggi-X, sfruttando al massimo le potenzialità della luce riflessa nella fotografia: in pratica hanno sviluppato una tecnica di imaging per trasformare le pareti in specchi.
Negli ultimi anni i ricercatori di Photonics – la scienza che studia la generazione, l’emissione, la trasmissione, la modulazione, l’elaborazione del segnale, la commutazione, l’amplificazione e la rilevazione della luce – hanno cercato di correggere la dispersione della luce, che in fotografia causa opacità. Ma gli israeliani sono andati ben oltre: hanno usato un modulatore spaziale di luce o SLM per eliminare la dispersione, riuscendoci.
I ricercatori hanno posizionato quindi l’SLM immediatamente dietro la pellicola di policarbonato, manipolando l’arrivo della luce e usando un filtro per eliminare parte della luce diffusa, lasciando solo quella proveniente dall’oggetto fotografato. Il risultato? L’oggetto diventa visibile dal rumore di fondo.
Più o meno allo stesso modo, sono anche riusciti a dimostrare di poter seguire oggetti in movimento, ma con delle limitazioni. Si, perché questa tecnica seppur straordinaria ha dei confini: l’immagine prodotta non è completamente fedele al colore originale e il contrasto tra l’immagine risultante e lo sfondo è molto basso. Questi limiti rendono la tecnica SLM meno utile per le osservazioni astronomiche, ma può comunque avere un enorme potenziale nel campo, ad esempio, della medicina.