Ridurre l’inquinamento ambientale, abbattere i costi per la produzione dell’energia e mettere quest’ultima a disposizione di tutti, ovunque ci si trovi: sono questi tre i principali obiettivi alla base degli svariati progetti nati in ambito internazionale per la creazione di sistemi cittadini intelligenti per la gestione dell’energia. Essere una Smart City, d’altro canto, significa essere in grado di organizzare al meglio le proprie attività ed in tal senso l’utilizzo dell’energia elettrica svolte un ruolo fondamentale nell’economia locale. Diventare Smart City, quindi, implica un impegno preciso ed un investimento (culturale e finanziario) nell’innovazione.
Uno degli esempi più limpidi di attenzione all’utilizzo intelligente delle risorse energetiche è la città di Seattle, la quale si è contraddistinta da tempo come una delle città più “smart” al mondo. L’amministrazione locale ha avviato un programma quadriennale che terminerà a breve il cui obiettivo è quello di ridurre i consumi di energia da parte dei privati cittadini così come delle aziende: fine ultimo dell’iniziativa è quello di abbassare di 573 MWh il fabbisogno di energia elettrica della città durante questi quattro anni, grazie ad investimenti per oltre 200 milioni di dollari. Tali investimenti non andranno persi, ma si trasformeranno in un risparmio economico per i cittadini e per le aziende, le quali avranno a disposizione nuovi fondi per l’assunzione di dipendenti: secondo alcune stime, per ogni milione di dollari investito si creeranno in media tra i 6 ed i 12 posti di lavoro. Dall’utilizzo di soluzioni a basso consumo per l’illuminazione e l’alimentazione di dispositivi elettronici alla progettazione di edifici in grado di ridurre l’energia elettrica necessaria per il suo sostentamento, il Piano di Azione voluto da Seattle consta di vari punti, caratterizzati ciascuno di svariate azioni concrete che l’amministrazione locale ha provveduto in questi anni a realizzare.
Se Seattle ha quindi dimostrato come sia possibile avviare procedure volte a ridurre i consumi energetici, c’è chi è riuscito a fare anche di meglio: trattasi della capitale istlandese Reykjavik, la quale ad oggi ricava da fonti rinnovabili e sostenibili il 100% dell’energia elettrica necessaria alle attività quotidiane. Ogni Watt consumato da cittadini o industrie è quindi pulito, non causa problemi all’ambiente in alcun modo ed è caratterizzato da un costo decisamente più basso rispetto al resto del mondo. Quello di Reykjavik è quindi un chiaro esempio di come sia possibile sfruttare le risorse messe a disposizione dal territorio, in questo caso un’abbondanza di energia geotermica da convertire, per migliorare il livello di sostenibilità delle attività umane. Lo stesso risultato è stato ottenuto da Brunico, in provincia di Bolzano, che grazie ad oltre 800 metri quadri di pannelli solari non solo produce autonomamente il 100% dell’energia elettrica necessaria mediante fonti rinnovabili, ma addirittura riesce a realizzarne più di quanto sia strettamente necessario, potendo venire incontro alle esigenze delle città limitrofi.
Produrre più energia di quanto necessaria, sfruttando fonti rinnovabili ed economiche, è anche l’obiettivo di Bruchsmühlbach-Miesau, municipalità tedesca comprendente una serie di piccoli comuni che da alcuni mesi ha avviato un programma in collaborazione con gli Stati Uniti per l’utilizzo di pannelli solari distribuiti all’interno di una base militare. Entro il 2013, poi, l’obiettivo è quello di produrre il 290% del fabbisogno energetico mediante l’utilizzo di fonti eoliche e biogas, oltre che solari, iniziando così ad esportare energia elettrica e quindi ad ottenere ulteriori vantaggi dal punto di vista economico.
Tornando agli Stati Uniti, poi, sono diversi gli esempi di realtà aziendali di elevato spessore che hanno dimostrato la propria sensibilità nei confronti delle tematiche legate all’utilizzo intelligente delle risorse. Google, ad esempio, ha sponsorizzato in più occasioni la creazione di impianti per la produzione di energia elettrica verde, come ad esempio la centrale costruita nell’Oregon con l’obiettivo di realizzare la più grande fonte di energia eolica al mondo oppure la rete di pale eoliche progettate per coprire un’ampia porzione della costa est degli Stati Uniti, con investimenti da 200 milioni di dollari. Nei laboratori Microsoft, invece, è stata studiata una tecnica per l’utilizzo del calore prodotto dai server presenti nelle infrastrutture cloud al fine di trasformare la nuvola in una vera e propria fonte di riscaldamento (potenzialmente anche alimentata da biomasse): l’energia a disposizione in tali contesti è troppo bassa per una conversione in forma elettrica, ma sufficiente per riscaldare le abitazioni in prossimità dei data center, i quali fornirebbero così calore in maniera quasi gratuita.
In Italia sale l’ambizione
In Italia iniziano a svilupparsi le prime realtà improntate al risparmio e la produzione industriale sta iniziando a fornire i primi prodotti pensati a tal fine. Tuttavia è soprattutto la Pubblica Amministrazione a compiere passi avanti che potrebbero rivelarsi determinanti. Nell’agenda del Governo Monti, del resto, è noto come la gestione intelligente dell’energia sia tra i punti in programma: la riduzione delle spese in termini di consumi nell’illuminazione pubblica è infatti parte integrante dei progetti di spending review, anche se tale punto non è stato in seguito sviscerato nel dettaglio. Sebbene l’opinione pubblica non abbia in molti casi appreso appieno ciò che tale taglio implica (immaginando probabilmente più uno spegnimento di certe tratte che non una gestione intelligente dei punti di illuminazione), il fatto che la gestione intelligente dell’energia sia entrata a far parte di un piano di Governo significa giocoforza qualcosa. Una maturata consapevolezza, quantomeno. Il che andrà in seguito tramutato in qualcosa di ulteriore, affinché le Smart City possano divenire la normalità invece che un’eccezione.
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