L’universo della smart home è in rapida crescita e, secondo i più svariati analisti, sarà il mercato di punta del prossimo biennio informatico. Eppure i consumatori non sembrano ancora essere debitamente informati sul mezzo, poiché confusi su cosa davvero la casa intelligente rappresenti. E questo si riflette sulla domanda e sul mercato stesso: gli utenti rincorrono la sicurezza, dimenticandosi però dell’efficienza energetica.
I dispositivi dedicati alla smart home, manifestazione tangibile di quell'”Internet delle cose” di cui spesso si parla, possono coprire i più svariati ambiti della vita domestica. Dall’intrattenimento al fitness, passando per i desideri in cucina, non vi è dispositivo presente o futuro che non possa soddisfare la fantasia. Eppure i campi di battaglia e di sviluppo sembrano essere solo due: quello della sicurezza dell’abitazione, il leitmotiv di molte famiglie, e quello del risparmio energetico.
Uno studio condotto dal Dipartimento dell’Energia statunitense svela come, all’interno delle smart home, l’ambito dalle maggiori promesse sia quello del risparmio. Con un’abitazione sufficientemente intelligente, pare si possano ridurre i costi in bolletta del 10-20%, con un consumo quotidiano di energia dal 17 al 40% in meno senza però rinunciare all’accensione del dispositivo preferito o di un elettrodomestico. Eppure, almeno nei confini a stelle e strisce, non è la possibilità di risparmiare a guidare i consumatori.
Una ricerca condotta da Lowe’s su un campione di 2.000 adulti, infatti, svela come l’efficienza energetica delle smart home non sia un fattore primario per il 62% degli intervistati. La gran parte del campione ha acquistato, o si dice interessato ad acquistare, sistemi smart per la sorveglianza da remoto dell’abitazione, così come anche allarmi, videocamere connesse in rete, lucchetti digitali e molto altro ancora. In altre parole, la sicurezza è percepita come una necessità più urgente rispetto al consumo energetico, sebbene il rischio di imbattersi in intrusioni indesiderate sia relativamente molto basso, rispetto almeno alla possibilità di ritrovarsi nella cassetta della posta una bolletta salatissima.
Capire questo trend di mercato non è semplice, poiché le motivazioni sono le più svariate. Innanzitutto, si tratta di un problema d’informazione: gli albori della smart home sono stati proprio inaugurati dai sistemi domestici di sorveglianza, con le rudimentali webcam gestite da remoto già presenti sul mercato nei primi anni 2000. In altre parole, il consumatore identifica la smart home solo con quell’ambito, senza comprendere come la applicazioni siano in realtà le più variegate. Inoltre, il settore dei dispositivi per la sicurezza spinge su delle corde emotive quasi ataviche, quelle della protezione dei propri cari. Così, è molto più semplice il consumatore si convinca sulla base dei rischi percepiti o sovrastimati, anziché degli sprechi quotidiani.