Tutti i prodotti dedicati alla sicurezza per le smart home sono in realtà molto poco sicuri. I risultati di una ricerca effettuata da HP dimostrano come il 100% dei dispositivi analizzati ed utilizzati comunemente per la sicurezza domestica presentano significative vulnerabilità. Tra i maggiori problemi rilevati, la sicurezza delle password e problematiche correlate alla crittografia ed all’autenticazione.
Sistemi di sicurezza intelligenti come i sensori di movimento o le videocamere stanno riscuotendo un grande successo grazie al boom del mercato delle smart home e dei dispositivi dedicati alla domotica e grazie all’aumento della loro diffusione sono oggi più economici e maggiormente alla portata di tutti. Grazie al boom di questo settore, molti nuovi produttori stanno invadendo il mercato con tante nuove soluzioni che presentano tutte la possibilità di gestire da remoto gli ambienti domestici. Ma la connettività di rete e gli accessori che consentono il controllo remoto degli apparecchi manifestano nuovi problemi di sicurezza che non erano invece presenti nei dispositivi di vecchia generazione che non disponevano di connessione ad internet.
I problemi di sicurezza più comuni oggi riscontrabili includono l’uso di credenziali insufficienti, interfacce insicure, problemi di privacy e mancanza di crittografia. La ricerca svolta da HP si chiede dunque se questi dispositivi pensati per la sicurezza non rendano invece le abitazioni molto più vulnerabili. Jason Schmitt di HP ha infatti sottolineato come mentre si continua ad adottare nelle case sempre più nuovi dispositivi smart sia invece più importante comprendere se questi prodotti non possano, invece, rendere più vulnerabili le abitazioni e le famiglie.
I consumatori devono dunque essere diligenti nella scelta dei dispositivi smart per la sicurezza di casa e le aziende produttrici devono lavorare per mettere in sicurezza i loro dispositivi per evitare di esporre i clienti ad eventuali vulnerabilità.