È se la tecnologia indossabile fosse realmente indossabile, nel vero senso della parola? È la domanda che si sono poste Alina Balean e Rucha Patwardhan, studentesse dell’Università di New York iscritte all’Interactive Telecommunications Program. Loro l’idea di dar vita a quella che può essere definita a tutti gli effetti una felpa con cappuccio smart: si chiama Smart Hoodie e, al momento, si tratta solo di un prototipo.
Per capire meglio di cosa si sta parlando basta dare uno sguardo al filmato dimostrativo in streaming di seguito. Quello che a prima vista può sembrare un semplice indumento in realtà nasconde un cuore tecnologico dentro e sotto il tessuto. La sua utilità consiste nel permettere all’utente l’esecuzione di comandi come l’inoltro di una telefonata, la spedizione di un messaggio con testo predefinito o l’avvio di una videochiamata Skype attraverso semplici azioni: toccare un polsino, alzare il cappuccio o arrotolare le maniche. Gesti molto semplici, anche troppo: difficile infatti non pensare a quante volte gesture di questo tipo vengono eseguite involontariamente durante l’attività quotidiana.
Problematiche tecniche e pratiche a parte, a Smart Hoodie va comunque riconosciuto lo sforzo innovativo e la volontà, come detto in apertura, di rendere le tecnologie indossabili realmente indossabili, oltre che una prerogativa di dispositivi come smartwatch oppure occhiali per la realtà aumentata.
Ovviamente l’intento non è quello di arrivare ad una commercializzazione, almeno per il momento. Non risulta comunque difficile immaginare un approccio di questo tipo nella creazione di abiti che sappiano effettuare il tracking di parametri come il battito cardiaco o la temperatura corporea, utili per monitorare l’attività fisica di chi fa sport ma anche nella vita di tutti i giorni. Da verificare anche le condizioni della felpa smart e delle sue componenti elettroniche dopo un ciclo in lavatrice con tanto di centrifuga.