Quanto rendono gli smartphone? Tanto. È quanto traspare da una ricerca firmata Brian Modoff per Deutsche Bank secondo cui gran parte del denaro che circola nel mondo della telefonia è oggi catalizzato dalla nuova epopea dei telefoni più avanzati. I vecchi dispositivi più semplici, che oltre alla qualità dell’hardware non hanno forti elementi di differenziazione, hanno ormai consumato tutti i margini in una lotta al prezzo lunga ormai molti anni. Il denaro circola altrove, ed Apple è dove circola il danaro.
I numeri del 2008 parlano chiaro. Nokia, infatti, detiene il 45% circa del mercato, ma assomma poco meno del 60% dei profitti generati dall’intero comparto. Per contro, Apple ha una frazione minima del mercato, ma genera comunque il 20% dei profitti complessivi. Nokia ed Apple sono i due estremi significativi del mondo mobile, con il primo aggrappato alla tecnologia che ha reso il marchio europeo leader incontrastato del settore, mentre il secondo ha da poco fatto il proprio primo passo e già mette in tasca 1 dollaro ogni 5 investiti dagli utenti.
Altro esempio virtuoso è Research in Motion: leggermente più alta la porzione di device venduti rispetto ad Apple, leggermente più bassa la quota di profitti incamerata. Apple e RIM, complessivamente, assommano appena il 3% dei device venduti al mondo, ma al tempo stesso iPhone e BlackBerry valgono assieme il 35% dei profitti generali. La proiezione per fine 2009 è quella per cui la coppia assommerà il 5% dei dispositivi venduti catalizzando il 58% dei profitti.
Vendite e profitti nella telefonia mobile
Samsung ed LG si mantengono su posizioni di buona presenza ma scarsa redditività; Sony Ericsson viaggia a crescita zero, Motorola è in clamoroso passivo.
Nokia ha rilasciato un’ultima trimestrale di cassa al ribasso, con profitti in caduta libera e qualche preoccupazione per il futuro. Il Nokia N97 non basta: c’è un passo ulteriore da compiere se si vuole invertire la tendenza, perdere magari qualche posizione sul mercato, ma garantire nuova linfa ai bilanci del gruppo. Il profitto non è più semplicemente nell’hardware, ma nel valore aggiunto che si riesce ad infondere nei dispositivi: l’iPhone ed il suo App Store hanno fatto sì che il comparto voltasse pagina, vari gruppi hanno seguito l’esempio e Microsoft sta per lanciare Windows Mobile 6.5 per fare in modo che la propria piattaforma possa identificarsi nel motore scelto da molti dei produttori. Nokia, da parte sua, ha un jolly in tasca: promesso, ma non ancora mostrato.