La proposta iniziale è firmata dall’on. Federico Fautilli (eletto con Scelta Civica e oggi convogliato in Democrazia Solidale – Centro Democratico) ed ha un obiettivo preciso: far sì che l’uso delle automobili possa essere più sicuro, rispondendo con interventi mirati a specifiche problematiche emerse negli anni come nuove ferite nel rapporto tra l’uomo e l’automobile. Due, in particolare, gli aspetti sui quali intervenire: l’uso degli smartphone in auto e il dramma dei bambini dimenticati nel veicolo. Con una sorta di filo conduttore che unisce i due interventi: imporre a livello legislativo quell’attenzione che le nuove tecnologie hanno in vari modi alienato, attirando tempo e concentrazione verso i propri servizi, i propri meccanismi e le proprie dinamiche.
La proposta, attualmente in esame presso la Commissione Trasporti (n.4555), ha un approccio preciso che il proponente sottolinea in modo chiaro: il codice della strada «è un testo che risente più degli altri dei continui progressi tecnologici che interessano in vario modo il settore regolato dal codice stesso. Per questo appare inevitabile intervenire quasi di continuo, apportando modifiche che solo in apparenza sono di minore entità rispetto a un lavoro di revisione più generale del codice stesso, svolto già varie volte ma che sembra essere sempre necessario».
Una sorta di patch da installare nel momento in cui sono emerse nuove vulnerabilità, insomma.
Smartphone alla guida: norme più severe
Secondo Fautilli, per risolvere certi problemi occorre anzitutto educare le persone ad un utilizzo più consapevole del mezzo e quindi, se la repressione «non è mai auspicabile», è vero tuttavia il fatto che «una doppia sanzione, multa e ritiro della patente, può essere più efficace nel contrasto di un comportamento pericoloso per chi lo compie e per coloro che rischiano di pagarne, innocenti, le conseguenze». Perché questa è la proposta che ha inizialmente preso piede: chi verrà trovato alla guida mentre utilizza uno smartphone sarà punito con il ritiro immediato della patente in aggiunta alla sanzione relativa, con sospensione da 1 a 6 mesi. In seguito l’approccio è stato ammorbidito in commissione, così da arrivare comunque allo scopo pur riducendo l’impatto nei confronti degli automobilisti: alla sospensione è stato preferito un aggravio nei punti patente decurtati, mentre la sospensione stessa rimane confermata in caso di recidiva entro i due anni (punendo così non il caso singolo, ma l’abitudine).
La linea dura auspicata da molti per calmierare il rischio sempre più forte determinato dall’uso di smartphone in auto, insomma, è caduta sotto i colpi della concertazione. Occorre però capire comunque il caso specifico, poiché in molti casi si tratta di un divieto vero e proprio di utilizzo dello smartphone sul proprio veicolo. Recita infatti l’art. 173 sul quale vanno a gravare le nuove sanzioni:
È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle forze armate e di polizia, nonché per i conducenti dei veicoli adibiti al trasporto di persone in conto terzi. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani.
Gli auricolari sono vietati
Sebbene non sia ancora chiaro a tutti, quindi, il codice della strada vieta formalmente gli auricolari (a meno che non venga indossato su un solo orecchio, così da evitare l’isolamento acustico rispetto al mondo esterno), così come è vietata la telefonata con il cellulare in mano; vietato inoltre l’invio di SMS, l’uso di social network o di qualsivoglia altro sistema che richieda per il suo funzionamento l’uso delle mani.
Due sole le vie d’uscita. La prima è nell’uso di automobili che hanno nativamente predisposto un sistema di navigazione, chiamata e ascolto della musica tramite le casse dell’auto stessa, l’interazione vocale o comunque sistemi semplificati “embedded”. La seconda è l’uso di smartphone che tramite l’interazione vocale consentano di accedere a rubrica, navigatore e ogni altra funzione utile. La finalità del legislatore è infatti chiara e le nuove disposizioni ne rafforzano l’impianto: il guidatore deve riporre tutta la propria concentrazione sul controllo della strada, senza distrazioni e senza spostare lo sguardo dalla carreggiata.
Le tecnologie utili ad assecondare tanto le esigenze dell’utente quanto le disposizioni del legislatore sono sul mercato: smartphone e automobili di nuova generazione già assecondano queste emergenti necessità. Quel che appare chiaro è come i prossimi anni siano destinati a passare alla storia come una sorta di fase di passaggio, con l’utente che sposta progressivamente la propria attenzione dalla strada e le normative che cercano ossessivamente di limitare questa tendenza. La tecnologia dovrà unire i puntini ed evitare un eccessivo scollamento, ben sapendo che dietro l’angolo v’è la rivoluzione della guida autonoma. Secondo Elon Musk tra due decenni l’attuale mobilità “manuale” sembrerà antica come oggi ci appare la mobilità in sella ad un cavallo: se la previsione è corretta, la nuova normativa si inserisce esattamente in quel corollario di “patch” che l’on.Fautilli prevede per il codice della strada (al cospetto di una evoluzione tecnologica tanto rapida quanto invadente).
Bimbi a bordo? Suoni l’allarme
A partire dal 1° gennaio 2019 tutti i sistemi di ritenuta per bambini previsti dal comma 1 dell’articolo 172 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, devono essere dotati di un dispositivo, da collegare al veicolo, con sensore di peso che sia in grado di emettere a motore spento un segnale acustico, qualora il peso dello stesso sistema di ritenuta sia superiore a quello previsto senza la presenza di un bambino. Il segnale acustico cessa solo quando il peso del sistema di ritenuta torna nei parametri originali fissati dal costruttore.
Con questo intervento la nuova proposta cerca di imporre sulle auto il medesimo segnale già previsto per chi non indossa la cintura di sicurezza: un suono dovrà ricordare ai genitori che a bordo c’è un bambino e tale suono dovrà continuare fin quando il peso extra gravante sul seggiolino non venga rimosso.
L’obbligo scatterebbe a partire dal 1 gennaio 2019, ma andrà a gravare anche su tutti i seggiolini antecedenti poiché «i sistemi di ritenuta per bambini installati prima della data di cui al comma 1 devono essere dotati del sensore ivi previsto entro il 31 dicembre 2017». Ossia: i produttori hanno tempo un anno a regolarizzare le proprie offerte (con inevitabile aggravio del costo dei seggiolini per auto), ma nel frattempo occorrerà premunirsi con sistemi aggiuntivi che fin da inizio 2018 consentiranno di evitare il dramma dei bambini dimenticati in auto. La legge sembra imporre una corsa contro il tempo che potrà generare qualche problema, ma crea al tempo stesso un senso di urgenza che potrà far molto per alimentare il passaparola e la sensibilizzazione sul tema. Toccherà poi alle forze dell’ordine il controllo dei dispositivi stessi affinché l’effetto pedagogico abbia effetto.