Gli smartphone di domani potrebbero essere in grado di sfruttare a pieno la terza dimensione, creando ologrammi tridimensionali da sovrapporre al display per una nuova esperienza d’uso. L’idea è nata nei laboratori di HP, ove è stato realizzato un primo prototipo di dispositivo mobile capace di riprodurre un filmato al di sopra del proprio schermo: il tutto potrebbe dunque divenire realtà prima di quanto si possa pensare.
Tale filmato viene proiettato in aria senza alcun componente di movimento all’interno del dispositivo, con la possibilità da parte dell’utente di girarvi intorno ed ottenere fino a 200 punti di vista differenti. Il tutto vuole riproporre dunque la vita reale in tre dimensioni, sfruttando le potenzialità di terminali come smartphone e tablet per creare una sorta di realtà virtuale ma soprattutto in grossa parte tecnologie già largamente diffuse nel mercato odierno.
Il pannello utilizzato dai ricercatori di HP è infatti un normalissimo display LCD, il quale grazie ad apposite tecnologie è in grado di proiettare ologrammi in tre dimensioni. Ciò potrebbe rappresentare dunque il punto di partenza non solo di un nuovo paradigma per la visualizzazione di contenuti, ma anche per l’interazione tra uomo e macchina, potendo di fatto creare interfacce di nuova generazione capaci di sfruttare non più due ma ben tre dimensioni contemporaneamente.
Alla base di tale soluzione vi è una tecnologia battezzata dal ricercatore di HP David Fattal “pixel direzionali”: il display può infatti inviare raggi luminosi in differenti direzioni, eliminando dunque la necessità di organi di movimento come invece necessario in altri dispositivi. La possibilità di riflettere la luce in diverse direzioni è il risultato dell’utilizzo di una serie di strati di materiale riflettente lavorati a livello nanoscopico.
Le prime prove concrete hanno così messo in risalto la possibilità di visualizzare immagini statiche con oltre 200 angolazioni differenti, mentre per i filmati ci si è fermati a 64 angolazioni con una velocità di riproduzione di 30 frame al secondo. L’evoluzione di tale tecnologia potrebbe tuttavia incrementare sensibilmente la qualità di tali ologrammi, permettendo di renderli sempre più simili alla realtà che ci circonda.