Innocente Marcolini è un comune cittadino italiano: ha una famiglia, degli hobby, un lavoro. Proprio quest’ultimo lo ha portato a contatto con la tecnologia: per circa 12 anni è stato infatti un assiduo utilizzatore di telefoni cellulari, in un’epoca in cui questi ultimi iniziavano a farsi strada nel mercato. Per oltre una decade ha insomma utilizzato frequentemente (oltre 5 ore al giorno) il proprio cellulare e quando quest’ultimo non era disponibile ricorreva al cordless. Qualche tempo fa, però, ha ricevuto una triste notizia: i medici, infatti, gli hanno riscontrato un tumore benigno al volto. La diagnosi è chiara, le motivazioni un po’ meno: secondo gli esperti a causare il tumore potrebbero esser state anche le onde elettromagnetiche del cellulare. E a confermare tale tesi è giunta anche una sentenza della Magistratura, nella quale la correlazione tra il carcinoma e l’uso dei cellulari è stata definita come “molto probabile”.
Innocente Marcolini è stato operato e le sue condizioni ad oggi sembrano esser migliorate. Il suo caso, tuttavia, riporta a galla un problema da lungo tempo discusso ma al quale non è stato possibile fornire ancora una risposta certa: l’utilizzo di smartphone e cellulari è davvero nocivo per l’uomo? E a riportarlo a galla ci ha pensato proprio lo stesso Marcolini, il quale ha lanciato una petizione aperta a chiunque e rivolta principalmente ai maggiori operatori di telefonia mobile italiani affinché avviino una campagna di sensibilizzazione nei confronti di tale tematica.
Grazie al progetto Change.org, il quale cerca di dar voce ad iniziative degne di nota volte ad apportare cambiamenti concreti al mondo in cui viviamo, Marcolini è riuscito infatti a raggiungere alcune migliaia di persone (al momento quasi 4 mila) le quali hanno deciso di apporre la propria firma in calce alla petizione. Quest’ultima non chiede certo l’abolizione dei telefoni cellulari, quanto piuttosto un semplice gesto che potrebbe rappresentare per qualcuno un cambio di abitudini in grado di avere effetti positivi sulla rispettiva salute: l’invito rivolto ai carrier italiani è infatti quello di inviare nove SMS ad ogni cliente nei quali si sottolinei la potenziale pericolosità di tali strumenti, suggerendo piccoli accorgimenti in grado di arginare in maniera sensibile il problema. Non si punta all’allarmismo: si opta per l’educazione. Si promuove la consapevolezza.
Basati sui principi promossi dall’Associazione per la Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog, tali messaggi di testo avranno quindi l’obiettivo di fungere da allarme nei confronti degli utenti, ponendo la questione dinanzi ai rispettivi occhi affinché sia possibile un utilizzo consapevole della tecnologia. Dall’utilizzo di auricolari alla scelta dei luoghi ove riporre la notte il proprio smartphone, passando per la selezione opportuna del momento in cui effettuare una telefonata e la determinazione del miglior canale di comunicazione a seconda del contesto, trattasi di nove piccoli suggerimenti di assoluto valore da non sottovalutare in alcun modo.
La questione, poi, diventa ancora più importante quando ad essere coinvolti sono i giovani, sempre più appassionati dalla tecnologia. L’asticella dell’età media dei possessori di smartphone e cellulari si è rapidamente abbassata e continua a muoversi pericolosamente verso il basso, inglobando nella discussione fasce di età sempre inferiori. E se per persone adulte la questione è di per sé particolarmente delicata, lo è ancor di più quando in ballo vi sono esseri umani non ancora completamente sviluppatisi ed ancora più fragili da tale punto di vista. Nel resto d’Europa diversi governi hanno promosso leggi o campagne pubblicitarie volte a limitare l’utilizzo di cellulari in determinati periodi della giornata ai più giovani e la petizione promossa da Marcolini ha anche l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sull’impatto devastante che la tecnologia può avere sulla salute dei minori.
Ciò che la petizione intende promuovere, insomma, è un uso consapevole della tecnologia a disposizione dell’uomo: combatterla a priori sarebbe infatti un errore tanto quanto ignorare del tutto il problema, mentre la strada migliore da intraprendere è senza dubbio quella della formazione di una coscienza piena del problema, dell’informazione e della prevenzione. Intorno alle onde emesse da smartphone e router Wi-Fi, da cellulari e ripetitori di segnale, passando per numerosi altri dispositivi, vige ancora un forte alone di mistero e per tale motivo l’invito è quello di muoversi con prudenza: le precauzioni da prendere affinché l’impatto derivante dall’utilizzo di tali prodotti sia minimo non sono infatti difficili da attuarsi, non limitano le possibilità a disposizione e non rappresentano un ostacolo insormontabile.
Il dibattito sulla nocività delle onde elettromagnetiche per la salute dell’uomo, d’altro canto, è stato aperto da lungo tempo e continua a coinvolgere i maggiori esperti del settore, costantemente alla ricerca di una risposta definitiva la quale stenta ad arrivare. A più riprese l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato moniti che in pochi forse hanno colto, seguiti dall’introduzione dei telefoni cellulari nella lista dei potenziali fattori cancerogeni. Il problema, inoltre, non sembra riguardare soltanto la telefonia mobile, ma qualsiasi altra sorgente di onde elettromagnetiche, come dimostrano alcuni studi condotti sulla diffusione di segnali wireless.
Il mondo scientifico in tal senso è tuttavia diviso in due fazioni: da un lato vi è chi sostiene che smartphone e cellulari con le rispettive emissioni di onde elettromagnetiche possano essere particolarmente pericolosi per la salute, favorendo l’insorgere di tumori nelle regioni prossime all’orecchio; dall’altro, invece, vi è chi non è riuscito ad individuare alcun legame tra i casi studiati ed i flussi elettromagnetici, sostenendo quindi l’assoluta inconsistenza delle tesi che vedono invece nella tecnologia un potenziale fattore di rischio.
L’Istituto di Epidemiologia dei Tumori di Copenaghen, ad esempio, lo scorso hanno ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta per 18 mesi su di una base di 358 mila persone, tutte al di sopra dei 18 anni. Basato sui fondamenti teorici gettati da precedenti scoperte, tale esperimento ha permesso ai ricercatori di stabilire l’inesistenza di un legame tra l’utilizzo degli smartphone e l’insorgere dei tumori: quest’ultimo fenomeno non ha infatti visto variazioni tra i volontari che hanno utilizzato regolarmente i propri dispositivi e quelli che invece non sono stati sottoposti ad onde elettromagnetiche. Nel caso in cui i primi abbiano sviluppato tumori, questi non hanno inoltre presentato caratteristiche differenti rispetto a quelli registrati nella seconda categoria di volontari.
Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca uno studio sponsorizzato da Unione Europea, Stati Uniti e Giappone: nessun caso di tumore analizzato è stato infatti ricondotto con certezza ad un utilizzo massiccio della telefonia mobile, per cui è risultato impossibile individuare un legame tra i due fenomeni. Anche in Svezia si è giunti a conclusioni simili, stabilendo che non è stato possibile con i dati a disposizione stabilire quale connessione, se esista, vi sia tra le onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari ed i casi di tumore analizzati. Sempre in Svezia, tuttavia, è stata riscontrata una variazione statisticamente significativa nel rischio di insorgenza di tumori in coloro che utilizzano dispositivi elettronici volti alla comunicazione in età inferiore ai 20 anni rispetto a coloro che lo fanno in età più avanzata.
Alcuni studi hanno infine posto i primi paletti: con l’indice SAR si misura infatti oggi il cosiddetto “Specific Absorption Rate”, ossia il tasso di assorbimento di onde elettromagnetiche legato ad ogni dispositivo. Grazie a tale misurazione è possibile stilare vere e proprie classifiche relative all’inquinamento dei singoli device ed al punto 9 delle raccomandazioni di Innocente Marcolini il suggerimento è quelli di dar sempre maggior valore a questo parametro affinché possa diventare una delle componenti di scelta in fase di acquisto di un nuovo smartphone.
Prima di una risposta definitiva fornita dalla scienza, di qualsiasi tipo essa sia, è necessario insomma un utilizzo corretto della tecnologia, non necessariamente andando ad eliminare determinati dispositivi, ma semplicemente accogliendo nella propria vita quotidiana piccole ma sane abitudini in grado di arginare i rischi. Trattasi di semplici accorgimenti che non limitano in alcun modo l’utilizzo di smartphone e cellulari, tranne chiaramente in determinati casi, ma che possono ridurne sensibilmente l’impatto sulla salute.
In definitiva, la campagna promossa da Innocente Marcolini e sponsorizzata da Change.org vuole far sì che l’utenza italiana sia informata sui potenziali rischi derivanti da un utilizzo massiccio delle tecnologie basate sulle onde elettromagnetiche. Il tutto, con un messaggio tanto semplice quando di impatto.
Mi chiamo Innocente Marcolini e sono affetto da un “neurinoma” (un tumore benigno) sviluppatosi sul trigemino sinistro del volto. Recentemente sono apparso sui giornali e in televisione per essere il primo “caso” al mondo per il quale la Magistratura ha definitivamente rilasciato una sentenza che riconosce che la causa del mio tumore risiede “molto probabilmente” nell’uso del cellulare e del cordless. Due apparecchi che utilizzavo per lavoro per parecchie ore al giorno.
I reparti di neurochirurgia negli ospedali di tutto il mondo negli ultimi anni hanno visto aumentare di ben tre volte i tumori al cervello soprattutto in persone dai 25 ai 45 anni di età.
Anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha finalmente riconosciuto la possibile cangerogenicità dell’uso del cellulare.
Per questo chiedo che gli operatori telefonici mettano noi cittadini al corrente dei possibili rischi e ci indichino misure preventive da adottare che riducano i rischi.
Le onde elettromagnetiche sono emanate dai cellulari, dai WI-FI, dalle antenne telefoniche radio-televisive, dai radar, dai cordless e altri dispositivi e sono molto probabilmente dannose per l’uomo e tutti gli esseri viventi.
A mio parere basterebbe poco per ridurre in maniera notevole i danni causati dai cellulari. È sufficiente applicare il principio di precauzione (emanato in merito nel maggio 2011 dal Consiglio d’Europa con una raccomandazione), e informare i cittadini.
Per questo chiedo agli operatori telefonici di inviare a tutti gli utenti su scala nazionale nove sms informativi per un uso sicuro del cellulare (suggeriti dall’Associazione per la Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog):
1) I bambini dovrebbero usare i cellulari solo per emergenze. Meglio gli sms. Sono giovani e quindi è per loro più pericoloso l’uso normale del cellulare.
2) La distanza è vostra amica: auricolare (con filo), vivavoce o sms ogni volta che sia possibile.
3) Poche barre, molte radiazioni! Non chiamate quando c’è poco segnale che vedete chiaramente sul display del telefonino.
4) Quando siete in movimento (treno, auto), il cellulare fatica ed emette più radiazioni. Non guidate mentre parlate con il cellulare in una mano. Fermatevi, o installate il “viva voce” . Se non lo fate siete un pericolo per voi stessi e per gli altri.
5) Quando il cellulare prova a connettersi emette più radiazioni: tenetelo lontano dalla testa sin quando l’altro non risponde.
6) Evitate di tenere il cellulare a contatto con il corpo. Niente tasche dei pantaloni né taschini della camicia.
7) Alternate l’orecchio durante le chiamate
8) Non dormite col cellulare acceso sopra o sotto il cuscino, sotto le coperte, o troppo vicino al corpo, tenetelo ad alcuni metri. Tantomeno lasciatelo fare ai vostri figli.
9) I telefonini non emettono lo stesso livello di radiazioni. Anche se è un indicatore non perfetto, scegliete il modello con minore Sar (tasso di assorbimento specifico)
La petizione è disponibile all’indirizzo Change.org/rischi-cellulare.