I ricercatori del Sandia National Laboratories sono riusciti a creare un sensore così piccolo da poter essere integrato in uno smartwatch e capace di avvertire chi lo indossa quando dovrebbe bere poiché disidratato. Si posiziona direttamente sulla pelle – così come il cardiofrequenzimetro integrato ad esempio nel Samsung Gear Fit – ed è totalmente indolore.
Con l’arrivo del caldo è sempre bello fare un po’ di attività fisica ma spesso ci si scorda di bere acqua a sufficienza, trascurando dunque l’idratazione del proprio corpo. I ricercatori sperano dunque di mettere fine alla disidratazione progettando tale nuovo sensore, che nello specifico dispone di un set di micro-aghi che poggiati sulla pelle saranno in grado di misurare i livelli di liquido interstiziale (l’acqua che si trova tra le cellule). Ogni volta che tale livello scende sotto il limite di sicurezza, la tecnologia andrà ad avvisare l’utente.
I microaghi non attivano alcun nervo nel corpo quindi sono completamente indolore ed è per tale motivo che potrebbe rivoluzionare sia il mondo degli ospedali che quello dello sport, rappresentando un prodotto utile per i medici che necessitano di mantenere certi livelli d’idratazione nel paziente, e per quegli atleti che desiderano sapere quando è arrivato il momento di idratarsi. Peraltro, il nuovo sensore potrebbe in futuro verificare anche i livelli di sodio e di calcio presenti nel corpo.
La tecnologia sviluppata dal Sandia National Laboratories non è dunque invasiva, è indolore e non prende alcun campione di sangue, quindi è molto più efficiente rispetto a quella attualmente disponibile sui biosensori. Il team è già al lavoro per far integrare il nuovo sensore nei dispositivi indossabili commerciali, come ad esempio gli smartwatch, che pertanto in un futuro non troppo lontano potranno non solo monitorare i battiti cardiaci e controllare la qualità del sonno come già fanno oggi, ma anche consigliare quand’è giunto il momento di bere acqua.