Quasi tutti i maggiori produttori di dispositivi mobile sono entrati nel mercato degli smartwatch (in pratica, manca solo Apple). Sebbene il design sia differente, i modelli presentati condividono le stesse modalità di interazione (touch e/o pulsanti). A causa delle loro dimensioni, gli smartwatch eseguono poche funzioni e devono essere abbinati ad uno smartphone. Tre ricercatori della Carnegie Mellon University hanno pensato quindi di progettare un concept che permette di sfruttare l’intero schermo come interfaccia di input, in modo analogo ad un joystick.
Il team dell’università statunitense ha trasformato il display dello smartwatch in un’interfaccia meccanica a multipli gradi di libertà. Il meccanismo di input può operare in parallelo ai pulsanti, al touch e alla voce per offrire una maggiore flessibilità di utilizzo. Il dispositivo permette di riprodurre quattro gesture: pan (spostamento in orizzontale e verticale), twist (rotazione oraria/antioraria e zoom in/out), tilt (inclinazione) e click (pressione di un pulsante). È chiaro che queste funzioni non possono essere eseguite solo con il tocco della dita sullo schermo.
Nel video è possibile vedere alcuni esempi di applicazione. L’utente può navigare, in modo naturale, all’interno di una mappa spostandosi in qualsiasi direzione ed effettuando lo zoom in/out, oppure può impostare la sveglia ruotando le lancette dell’orologio, sfogliare una playlist e regolare il volume della musica, scrivere un testo e addirittura giocare a Doom.
Il prototipo è composto da un display TFT da 1,5 pollici con risoluzione di 280×220 pixel, due sensori joystick ad effetto Hall (posizionati ai lati dello schermo) e un chip ARM Cortex M3, simile a quello integrato nell’iPhone 5S. I ricercatori hanno proposto il concept per mostrare possibili miglioramenti all’esperienza d’uso, ma i produttori dovranno studiare il modo di aggiungere componenti ad uno smartwatch senza incrementare costi e consumi.