Se il successo di una manifestazione fosse determinato solo dal numero di visitatori raccolti, SMAU 2002 sarebbe senza dubbio un evento ben riuscito. Ma se aggiungiamo alcuni elementi, scopriremo facilmente che non sempre quantità è sinonimo di qualità e, come accade da un paio d’anni, SMAU non ha più un legame stretto con termini come “innovazione, novità”.
Si è conclusa il 28 Ottobre l’edizione annuale della manifestazione tecnologica per eccellenza; un appuntamento fisso (ed immancabile) non solo per tutti gli operatori del settore ma anche per i semplici appassionati dell’ ICT. Lo SMAU dovrebbe essere il momento ideale per avere informazioni sulla salute dell’ industria teconologica italiana e, da quel che si è potuto vedere, la crisi continua in tutta Europa anche se non mancano i preuspposti per una buona ripresa non ancora iniziata.
Questa situazione era stata preannunciata dai dati dall’EITO (European Information Technology Observatory) che, proprio allo SMAU, ha tenuto la conferenza ufficiale di presentazione per il rapporto 2002. L’Italia viene data in (lenta) ripresa, trainata soprattutto dal settore della banda larga, l’unico che ha realmente segnato dei progressi nel nostro paese. Per il resto, sempre restando nel belpaese, c’è una situazione di stasi: la voglia c’è, ma i mezzi mancano.
Tradotto in termini pratici, tutti questi dati si sono trasformati in uno SMAU 2002 che ha visto la partecipazione di molte aziende, l’affluenza di tantissime persone e delle piccole innovazioni dal punto di vista organizzativo.
Tanto pubblico ma …
Ma come giustificare allora l’alta partecipazione da parte di tutti se il mercato è in crisi?
Primo elemento determinante la grande campagna pubblicitaria: mai come quest’anno sono stati favoriti gli accessi gratuiti; si è realizzato quello che può essere definito un paradosso: era più difficile trovare un biglietto a pagamento che una tessera gratuita con il tanto ricercato appellativo di “operatore” (chissà quali fantasie ha scatenato questa parola nelle menti dei moltissimi giovani ragazzi presenti).
Aggiungiamo inoltre che, nella passata edizione (2001), si registrò un brusco calo di pubblico visto che il ricordo dell’ 11 settembre era ancora troppo vicino e la paura era tanta.
Temperatura quasi primaverile ed un sole spendente, ha invogliato, infine, ad una passeggiata tra i padiglioni.
… poche novità
Ma, come già accennato, tanto pubblico non significa forzatamente un successo della manifestazione. Lo SMAU è nato come Salone sulla tecnologia, una fiera per vedere in anteprima le novità del settore. Da qualche anno a questa parte, invece, sembra di assistere ad un spettacolo folcloristico in cui l’obiettivo principale è accaparrarsi tutti i numerossissimi (quanto inutili) gadgets che le aziende distribuiscono.
Nei due giorni aperti al pubblico si è potuto assistere a spettacoli di ogni genere: balletti di lapdance, concerti, siparietti d’animazione con bellissime ragazze.
Probabilmente vedere tante luci colorate o districarsi tra bellissime ragazze può bastare ai tanti ragazzi (in media di 15-16 anni) che hanno composto una buona fetta di pubblico dello SMAU. Tutto ciò, invece, avrà deluso il singolo operatore che si aspettava qualcosa di più “concreto” da portare a casa che non una busta della LG (il gadget diventato ben presto un must da possedere assolutamente).
Come può essere riassunto, allora, lo SMAU 2002? Con una formula sostanzialmente semplice: poche, pochissime novità, tanto folclore e spettacolo.
Anche se le aziende che hanno partecipato sono state numerose, le novità proposte era realmente poche. Tutto ciò che era in mostra (e mi riferisco in particolar modo al mondo di internet e dell’informatica in generale) era già stato visto.
I nomi della tecnologia a SMAU
Non si può non parlare, però, dei nomi più noti presenti in fiera:
– Microsoft che, come al solito, fa le cose in grande. Un intero padiglione a sua disposizione in cui venivano presentati gli ultimi prodotti di casa Gates: in particolare il nuovo Office e Windows XP.
C’è da dire che, a parte le solite critiche che da sempre accompagnano MS, i corsi di illustrazione erano molto frequentati e i relatori avevano un buon livello di preparazione.
– Macromedia è sempre presente nelle manifestazioni che contanto. Come già successo al Webbit quest’anno, la famosa software house aveva allestito diverse aree in cui venivano illustrate le qualità dei propri prodotti attraverso dimostrazioni pratiche. Da notare, su tutti, la grande “spinta commerciale” che è stata volutamente data alla nuova versione di Flash e a Cold Fusion, il linguaggio proprietario.
– Adobe presentava, in una bella vetrina, tutti i propri prodotti mettendo in rilievo quelli di punta. Erano presenti ovviamente tutte le ultime versioni dei software preparate in invitanti confezioni che componevano vere e proprie suite di lavoro.
– LG, in continua espansione, sembra stia attraversando un ottimo periodo. Se è vero che bisogna rimanere “impressi” nella mente del potenziale cliente, la casa coreana lo ha capito da tempo e, da un piccolo spazio occupato nell’edizione precedente, si è passati ad un grande stand decisamente elegante dove non poteva mancare la consueta distribuzione della “busta LG”.
– Telecom, Tin.it hanno decisamente dominato il settore delle comunicazione cellulare e delle banda larga. Gli stand erano presenti in diversi padiglioni della fiera e l’offerta di Alice (entrata ormai nel cuore degli italiani) campeggiava su molti cartelloni. Come dire: se il monopolio in questo settore è stato teoricamente abolito, probabilmente la Telecom non se ne è accorta.
– Discorso a parte va fatto per la telefonia mobile. Quello dei cellulari è stato forse l’unico settore in cui si è visto qualcosa di innovativo. Anche se siamo ancora lontani dal diffuso utilizzo delle nuove tecnologie (UMTS su tutti) si è respirata un’aria di innovazione e una voglia di crescita. Non a caso gli stand delle case produttrici erano affollatissimi.
Per il resto nulla di rilevante da segnalare: la maggior parte degli stand, come ormai è d’abitudine, si rivolgeva alle grandi industrie nella solita formula del B2B.
Gaming online e Shopping
In questo scenario statico ci sono da annotare due novità in ambito organizzativo. Al termine dell’edizione 2001 avevamo paventato l’idea di coinvolgere di più i visitatori. Evidentemente non siamo stati gli unici a pensarla così e, a partire da quest’anno, due nuovi eventi hanno contribuito a portare gente alla fiera: SMAU-shop e SMAUILP.
SMAU-shop prevedeva la possibilità, da parte dei visitatori, di poter acquistare alcuni dei prodotti presenti in fiera. Questa nuova formula si è rivelata sicuramente vincente anche se non sono mancati i problemi organizzativi. Un solo padiglione non è bastato a contenere tutta la gente disposta a concludere affari e questo fatto si è tramutato in una lunga fila perenne in cui bisognava attendere diverso tempo per poter entrare nel negozio gestito da Media World.
SMAUILP, invece, è stato forse l’evento che più di tutti ha contribuito ad aumentare in misura considerevole la presenza di ragazzi e ragazze all’interno della fiera.
Un intero padiglione, il 9, è stato dedicato al mondo dei videogiochi. Da una parte erano presenti le aziende produttrici (in mostra la giovanissima Atomic Accessories che, con la sua animazione, ha sicuramente colpito nel segno) mentre il resto dello spazio è stato occupato da oltre 1000 pc messi a disposizione per disputare tornei di giochi online come Quake 3 Arena, Age of Empire II e Fifa 2002