In occasione dell’evento SMX Milan 2013 abbiamo effettuato alcune interviste per approfondire i temi principali sviscerati dall’evento. Tra i topic di maggior interesse v’è quello dei social media, intesi come trama di rapporti digitali tra aziende, enti e persone. Una declinazione nuova e moderna delle public relation, insomma, che si configura in evoluzione, sovrapposizione e continuità con quello che è il tradizionale concetto di “PR”.
Di questi temi abbiamo discusso con Matteo Monari, managing partner & head of search operations BizUp. Tre domande per capire il futuro delle Public Relation, la loro dimensione attuale ed il modo in cui il passato ed il futuro si incontrano in questo momento di rapidissima evoluzione. Tre domande, soprattutto, per dare un indirizzo a quanti nel mondo business cercano una chiave di volta per focalizzare i propri investimenti per la comunicazione verso l’esterno.
1. Come cambia il concetto di “public relation” nel momento in cui a separare le persone vi sono pochi click, invece che “sei gradi” come da vecchie teorie?
Seppure i mezzi sono cambiati – molto e molto rapidamente – i principi fondamentali delle public relations sono rimasti invariati, anche se necessariamente vanno adattati. Ad esempio, se un tempo era importante prestare attenzione alla forma del messaggio in base al singolo destinatario di esso, ora è sempre e più necessario trovare formule di successo ma neutre, in quanto grazie alla viralità dei social-media una comunicazione pensata ad esempio per essere ben veicolata sulla piattaforma Facebook o LinkedIn può trovarsi ad essere rimbalzata anche su Twitter, su Blog personali, etc.
2. Quali sono gli “algoritmi” delle public relation? Una provocazione: vale di più un link, un “like” o una stretta di mano?
Se chi stringe la mano ha un sito internet o è molto attivo sui social media, vale di sicuro molto di più una stretta di mano. Questo perché anche alla base della maggior parte di link e like vi sono relazioni personali di amicizia, conoscenza o per lo meno rispetto: non a caso la traduzione italiana ufficiale di follower è “seguace”.
3. Un tempo si diceva “content is the king”. Chi è il Re, online, oggi?
Il contenuto è necessariamente sempre al centro del processo di comunicazione, quindi anche di attività di PR, link-building o acquisizione di fan. Ciò che cambia è che quando internet era “piccola” (se di piccolezza di può parlare) i contenuti di qualità erano rari e gli influencer relativamente pochi, quindi produrre buoni contenuti che solleticassero l’appetito dei pochi influencer era relativamente semplice e bastava ad aumentare la popolarità di un sito – anche minore. Oggi vista l’enorme mole di contenuti prodotti quotidianamente non solo da siti e blog ma anche da singoli utenti Twitter, Facebook, Youtube e chi più ne ha più ne metta, è necessario che questo “Re” abbia a sua disposizione – come spesso accade per i re – un buon esercito, in grado di estendere il suo regno accrescendo la sua popolarità. Questo, in sostanza, è il compito delle attività di Digital PR.