La macchina comunicativa di Barack Obama è in pieno svolgimento e mai come quest’anno, occasione è l’ultimo discorso sullo stato dell’unione, appuntamento tradizionale per la politica americana segnato dal clima già frizzante della campagna elettorale e delle elezioni di novembre. Quando stanotte alle 3 ore italiane l’inquilino della Casa Bianca prenderà parola al Congresso scatterà un hype gigantesco a device e pubblici unificati. Compreso quello, piuttosto lontano per età e abitudini, di Snapchat.
Sbarco su Snapchat, dove la Casa Bianca si è iscritta ieri, diretta su Amazon Video (quindi smart TV) e disponibilità successiva del video su tutti i device Kindle tramite Prime, fuori abbonamento, un lavoro fitto su Vine, Instagram, lo sbarco prima su Twitter e poi Facebook, l’intervista in diretta già programmata su YouTube. Questo martedì il popolo americano accederà al discorso su una multi piattaforma streaming che copre quasi tutti i modi in cui le persone oggi consumano eventi live. È la politica odierna, la punta più avanzata della comunicazione sulle reti sociali online, ma non così banalmente replicabile ovunque: non è solo questione di tecnologia, anche se aiuta.
L’accelerazione imposta dalle tecnologie: passarono 18 anni tra il collegamento nello studio di Truman, la prima volta di un servizio televisivo del presidente, e la decisione di Lyndon Jonhson di parlare in prime time per avere il massimo pubblico televisivo. Soltanto nove anni tra la prima diretta Internet con un presidente, George W. Bush, e lo streaming del discorso sull’unione, nel 2011 con Obama. Oggi l’ufficio della strategia digitale di Obama scommette su un pubblico che è andato oltre il second screen, ma è quello del binge watching, quello atomizzato sugli instant-messaging.
Jason Goldman, uno dei componenti dello staff, ha spiegato il senso e lo scopo di questa copertura:
Il nostro lavoro è stato quello di trovare modi nuovi o ampliati per ingaggiare l’attenzione delle persone verso il presidente. Ciò significa incontrare le persone dove sono, in questo tempo, e si inizia riconoscendo che le persone che seguono su due schermi l’evento non saltano da uno all’altro. Perciò saltiamo noi da diverse piattaforme di social media, ipotizzando il tipo di esperienza che avremo su ciascuno di essi.
You won't want to miss this: Just one day until @POTUS's final #SOTU. Tune in → https://t.co/7ZgBUWqyl1 #SOTU https://t.co/xwwoqXvu6o
— White House Archived (@ObamaWhiteHouse) January 11, 2016
I teenager e il discorso politico
A proposito di queste esperienze, sarà interessante misurare il successo di questo account su Snapchat, il social degli under 20, una piattaforma di contenuti mobile che si cancellano automaticamente dopo un massimo di dieci secondi, che ha catturato più di cento milioni di utenti nel mondo. Avendo questo timing molto restrittivo, il nuovo account governativo invierà foto e clip brevi dal discorso che invece sarà interamente in streaming sul canale YouTube ufficiale e per la prima volta anche su Amazon Video.
Differenze sensibili anche dal punto di vista dei requisiti: la Casa Bianca usando diversi canali media accetta la possibilità che alcune parti della sua comunicazione e dei contenuti non siano conservati sui server, quindi non completamente archiviati, mentre proprio sul servizio on demand di Amazon punta alla conservazione e alla diffusione del discorso anche in differita.
Dopo il discorso il presidente sarà intervistato non da giornalisti, ma tre star di YouTube, Destin Sandlin, Ingrid Nilsen e Adande Thorne, che condurranno l’evento riportando le domande dei fan e tutti gli utenti tramite l’hashtag #YouTubeAsksObama. Il collegamento con il mondo di Internet peraltro non finisce qui. Tra gli ospiti che seguiranno in tribuna il discorso del presidente uscente ci sarà anche l’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella. A quanto sembra, l’unico esponente del settore in questa occasione, anche se la Casa Bianca ha appena promosso un incontro con tutti i protagonisti principali della web economy per un progetto sulla contro propaganda nei confronti di Daesh.
Non imitatelo
Guardando l’eccezionale lavoro dello staff di Obama, molti potrebbero pensare che sia facilmente replicabile ovunque, anche qui. In realtà mancano le precondizioni perché si possa lavorare in questo modo. E non c’entra la penetrazione dei social e di Internet in un paese, come l’Italia, dove soprattutto sulla connessione mobile ci sono percentuali da primato, bensì la preparazione culturale della politica nostrana, che alla comunicazione aperta preferisce la propaganda e dove molti esponenti anche di primo piano cascano mani e piedi nel clickbaiting, nei fake o persino loro stessi alimentano casi di hate speech.
Anche essendo ottimisti, resta la questione tecnica: aprire un profilo Snapchat insieme a tanti altri, seguirli bene, animarli con intelligenza, implica uno staff preparato e costi inediti per la politica italiana, che perdipiù si rivolge a un paese ben più piccolo degli Usa, con diversi milioni di persone analfabeti digitali. Insomma, non avrebbe molto senso imitare in questo momento una comunicazione di questo volume. Il presidente degli Stati Uniti ha il dovere di farlo, mentre noi avremmo più che altro il dovere di imparare le tecniche, ispirarci e adattarle alla nostra realtà. Si segnala, oggi, la diretta su Facebook Mentions di Di Maio e Di Battista a proposito del caso Quarto. Che la politica mondiale stia cambiando giocoforza il linguaggio è fenomeno evidente e prepotente.