Nel mondo di Snapchat non c’è ieri e conta la creatività giorno per giorno, ogni giorno. In compenso, e forse anche per questo, c’è molto futuro. I numeri di questa particolare piattaforma nata attorno alla verticalità della fotocamera degli smartphone sono impressionanti: dal 2015, quando ha introdotto la pubblicità, ha realizzato ricavi per 350 milioni di dollari, ha 150 milioni di utenti giornalieri- un terzo dei quali in Europa – e in paesi particolarmente early come l’Italia la percentuale di giovani è quasi totalitaria, con l’86% degli snapper di età compresa fra i 13 e i 24 anni.
La camera company è diventata una advertising company a una velocità invidiabile per molte altre piattaforme (basti pensare a Twitter). La ragione è che la società di Evan Spiegel non si è limitata ad usare la fotocamera dei device, l’ha sfruttata fino a reinventarla con l’obiettivo di permettere alle persone di esprimersi e vivere il momento in un modo che ha inaugurato uno stile. Che sia andata bene lo dicono i numeri: 10 miliardi di visualizzazioni e più di un miliardo di Snaps ogni giorno creati da due utenti su tre, sempre quotidianamente. Ma cos’è, esattamente, questo stile? Che sia nelle chat individuali o nella costruzione delle storie, a fare la differenza è la tecnologia aumentata dei video verticali, dove compaiono animazioni, effetti di filtri in temporeale, che ispirano sia la creatività dei singoli che la stessa pubblicità degli inserzionisti, di cui gli utenti possono anche fare da testimonial in brevi interventi adottando lo stesso pattern estetico (gli sponsored lenses).
Sport, moda, millennials
Se sono subito accorti il mondo dello sport, della moda, particolarmente attenti a una fascia d’età così giovane, attiva, e in buona sostanza lontana dalla televisione e dalla stampa. Così, in Italia le Storie Ufficiali – account verificati – che vanno per la maggiore sono quelli della Juventus e dell’Internazionale; tra gli account più popolari si notano le figure di riferimento per i millennials: i fashion blogger Chiara Ferragni e Mariano Di Vaio, Andrea Damante di Reality TV, Greta Menchi, famosa youtuber. Una potenzialità enorme che si è scaricata soltanto in piccola parte, ma che presto si svilupperà attorno alle tre tecniche pubblicitarie di Snapchat. Gli annunci – 10 secondi, a tutto schermo, video pulito, suono attivo, l’adv. georeferenziato, che invece sovrappone tanti snap taggati in base al quando e al dove (immaginate cosa significa per eventi sportivi o concerti), e appunto la possibilità per lo stesso utente di incarnare una pubblicità, con filtri che trasformano per pochi secondi il volto.
Pubblicità e contenuti sono uguali
Come sono riusciti a fare tutto in due anni? E com’è possibile che le cifre realistiche della quotazione in Borsa nel 2017 siano attorno ai 20 miliardi di dollari? La risposta che danno i vertici è che a Snapchat lo stesso team che progetta i prodotti di consumo, cioè i tools dell’applicazione, crea anche i prodotti pubblicitari. Naturalmente più si procede nella relazione azienda-partner più si aprono le API e si concedono personalizzazioni degli inserzionisti, le soluzioni sono sempre di più su misura, ma quello che fa Snapchat non è riuscito a farlo nessuno, non con questa semplicità: l’advertising sulla piattaforma è esteticamente integrato e piacevole come il contenuto creativo dell’utenza e basta uno swipe per andare oltre. Fatto sta che i tassi di conversione sono più alti di due volte rispetto alla media della pubblicità sul mobile.
Snapchat una forza editoriale?
Il solito tema, che vale anche per Facebook: quanto queste piattaforme hanno un ruolo editoriale? Sicuramente Snapchat è un influencer digitale, non si contano le imitazioni da parte di altre social app (Instagram in particolare), e la sua influenza è destinata a farsi sentire molto anche su Discover, il magazine ideato per agglomerare news. Negli Usa e in UK è una realtà consolidata, in Francia è appena sbarcato e sta andando forte, arriverà presto anche in Italia e a quel punto anche in questo caso ci dovremo chiedere: che influenza produce la curation quando è tripartita fra le storie individuali, quelle costruite in base a elementi geotaggati o per altri criteri e infine riguarda i contenuti informativi dove Snapchat porta notizie a milioni di giovanissimi altrimenti ignoti agli editori che hanno prodotti desueti? Quanto si cura e quanto si è curati, dentro questo meccanismo? E con quali paradigmi ci confronteremo, anche politicamente, con una generazione abituata a produrre/consumare questa curation facendosi osservare e anche “dettare” da un team editoriale interno? Facebook ha rinunciato alla cosa per le troppe polemiche e ha puntato sugli algoritmi, Snapchat invece considera Discover un magazine umano, di contenuti che vanno scelti e curati, per una popolazione che controllerà quei video circa 18 volte al giorno. Salvo che poi il giorno dopo ce ne saranno altri, nuovi, diversi, e ogni volta si ricomincia.
Segnatevi questi nome: Snapchat è una emergente forza editoriale. Il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà eletto lì dentro?
Snapchat in numeri
4: gli anni di età di Snapchat;
150: milioni di utenti attivi giornalieri;
24: il limite d’età determinante per Snapchat in Italia. Attualmente, il 44% degli utenti ha età compresa fra 13 e 17 anni, il 42% 18-24, il 9% 25-34 anni, il 6% ha più di 35 anni e c’è un 1% di età sconosciuta;
10: miliardi di visualizzazioni dei video, al giorno;
50: milioni di utenti Snapchat in Europa.