Accusa agli snippet Google: diffondono fake

Gli snippet su Google fanno sempre discutere, ora con Home ancora di più: su certe domande, i frammenti sono sensibili a contenuti popolari, ma falsissimi.
Accusa agli snippet Google: diffondono fake
Gli snippet su Google fanno sempre discutere, ora con Home ancora di più: su certe domande, i frammenti sono sensibili a contenuti popolari, ma falsissimi.

Google è accusata di dare risalto a notizie palesemente false attraverso la risposta calda e univoca del suo Home. Sono ancora gli snippet insomma al centro del dibattito, quei piccoli frammenti di contenuto riportati dal motore di ricerca in modo intuitivo rispetto alle chiavi di ricerca. La velocità con la quale Google cerca di rispondere però non è sempre amica della qualità, e così ci si è accorti che quando si chiede cosa sta sta organizzando Obama il dispositivo legge notizie cospirazioniste di infimo livello.

La caratteristica tipica degli snippet, che si esalta nel device casalingo, è quella di estrarre automaticamente delle risposte brevi a domande comuni da siti web popolari. Il motore può mostrare questi risultati di ricerca direttamente, ma sono anche alla base delle risposte rapide fornite attraverso l’altoparlante intelligente prodotto da Mountain View. Se si chiede ad esempio “Chi è l’uomo più ricco del mondo” oppure “il risultato di Inter-Milan”, il motore risponde senza doversi collegare, e Home parla all’utente con una singola notizia. Qualcuno si è accorto però che se si chiede “Obama sta progettando un colpo di Stato?”, Google risponde con contenuti piuttosto preoccupanti, il peggio del complottismo, dai presidenti del Ku Klux Klan fino a rapporti tra Obama e comunisti cinesi.

https://twitter.com/ruskin147/status/838445095410106368

La fake non è solo su Facebook

Si è molto parlato (forse troppo) del rapporto tra Facebook e la disinformazione, e proprio in queste ore è apparso il primo flag di notizia disputed (contestata) secondo il programma di debunking esternalizzato annunciato già tempo fa da Zuckerberg, ma in realtà Google ha responsabilità anche maggiori. Per più del 60% dei cittadini americani e inglesi Big G è la fonte principale di informazione e gode di una reputazione molto alta, maggiore di quella dei social media. Combattere la proliferazione delle notizie false è ovviamente un dovere che gli ingegneri conoscono bene, l’azienda ha anche lanciato per prima un programma per togliere adwords ai siti considerati produttori di fake, ma non è facile. Tanto che spesso risolvono alcuni clamorosi errori soltanto dopo le segnalazioni degli utenti. Gli esempi anche recenti sono innumerevoli, documentati da The Outline: la proposta 63 sul possesso di armi negli states, la famosa risposta (poi tolta) sul perché le donne sono il male e molti altri frammenti che rappresentano una inaccettabile enciclopedia della cattiva conoscenza globale.

didascalia

Alcuni esempi raccolti di snippet che riproducono articoli chiaramente falsi: i presidenti americani del KKK, il colpo di stato comunista di Obama (molto diffuso tra i sostenitori di Trump). Google ha provveduto ad eliminare la citazione diretta di questi articoli, che in tal caso, ad esempio sulla questione armi, veniva letta da Home come si trattasse di un vero e proprio slogan sovranista americano. Google ha dichiarato a proposito di essere dispiaciuta per questo incidente e di aver rimosso velocemente questi snippet augurandosi di non aver causato danni di alcun tipo.

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