Il governo russo ha concesso ad Edward Snowden il permesso di rimanere altri tre anni nel paese, con in più il diritto di recarsi all’estero. Una notizia clamorosa, a una settimana dalla scadenza del primo permesso di asili concesso al whitleblower del Datagate, che apre alla possibilità di trasferirsi in quegli stessi paesi nei quali avrebbe voluto andare all’indomani della fuga da Hong Kong e che si scontrò con le minacce americane. Intanto, sembra proprio che Snowden abbia aperto una falla nel sistema, dato che alcune rivelazioni di cui dispone Greenwald sono troppo aggiornate per appartenere all’ex spia americana. Ci sono emuli in giro per il mondo?
La notizia è stata data dall’avvocato di Snowden, Anatoly Kucherena, che ha spiegato ai giornalisti che la richiesta di proroga è stata accettata dalla Russia e che da questo momento il suo assistito – ancora oggetto delle gravi imputazioni del governo Usa – potrà spostarsi con maggiore comodità. Un annuncio che sembra fatto apposta per irritare gli Stati Uniti, in piena crisi ucraina, e una mossa che molti osservatori già collegano ai pessimi rapporti tra Putin e le due sponde dell’Atlantico.
Russia extends Edward #Snowden's residency by three years https://t.co/Dd7lJfV1ne
— Free Snowden (@couragesnowden) August 7, 2014
Ora Snowden che farà?
È passato più di un anno dalla vicenda Snowden e per il momento gli Stati Uniti hanno iniziato a introdurre qualche morbida riforma sull’attività della NSA, ma non si è registrato nessun passo indietro sulla posizione ufficiale della Casa Bianca, che considera il giovane informatico un traditore del paese che ha danneggiato la sicurezza nazionale. Questo nonostante sia stato ripetuto più volte (anche da voci autorevoli, come il commissario europeo Viviane Reding) che l’uomo ha l’indubbio merito di aver rivelato pratiche illecite o quanto meno discutibili e di aver promosso una discussione globale sul tema della sorveglianza tecnologica, altrimenti impensabile.
Un dato di fatto: a 1anno dallo scandalo #Nsa l'Europa non ha mosso un dito per proteggere #Snowden
— Stefania Maurizi (@SMaurizi) August 7, 2014
A questo punto, è come se la palla tornasse nel campo dell’occidente. Snowden e Assange hanno trovato più sponde in altri paesi che in quelli dove sono nati o si sono formati e il rischio di far sembrare paesi come Cina e Russia più liberali di altri (anche se tutti sanno che non è così) è davvero paradossale. Snowden, con questo permesso, potrà decidere anche di chiedere la cittadinanza russa, di volare verso altri paesi – magari anche europei – e di tornare a Mosca, dove opera nella sicurezza informatica e continua a occuparsi dei temi che lo hanno convinto a rompere il silenzio sul suo ex lavoro. Oppure potrebbe non tornare a Mosca e chiedere asilo altrove, ovviamente però rischiando di dover iniziare ancora una volta un iter che potrebbe costringerlo a tornare negli Usa da imputato.
Una situazione così strana che alimenta anche sospetti sulle reali intenzioni di Putin: e se volesse, prima o poi, metterlo sul tavolo? Così ha scritto Benjamin Wittes su Lawfare (prima però che fosse confermato l’asilo):
Putin è infinitamente cinico, e a meno che sia un agente russo attivo (nel qual caso probabilmente non gli sarà mai permesso di lasciare la Russia), ha ampiamente servito la funzione di mettere in imbarazzo gli altri stati. Oggi, a differenza di un anno fa, c’è una crisi in relazioni Usa-Russia da cui è difficile per Putin tornare indietro per quanto riguarda le principali questioni. Rinunciare a Snowden non gli costerebbe nulla e potrebbe essere un passo verso la pace diplomatica con gli Usa. Putin, inoltre, non deve tradire un impegno. Dopo tutto, ha sempre e solo promesso asilo e lui ha fatto. Tutto quello che deve fare per sbarazzarsi di Snowden è poco o niente.
https://twitter.com/ggreenwald/status/497363939911811072
Snowden non è solo
Intanto sembra proprio che Snowden abbia fatto scuola. Il sospetto che ci fossero altri informatori di alto livello di protezione tra le fonti di The Intercept, il nuovo sito di inchiesta di Glenn Grenwald, è confermato dal servizio sul database antiterrorismo della Nsa sotto l’amministrazione Obama, datato 2013. È infatti troppo recente perché possa essere il frutto della sottrazione operata da Snowden.
Over a million people now on the larger terrorist database; 680K on the actual watchlist https://t.co/lDvDVaCjHl
— The Intercept (@theintercept) August 5, 2014
In queste nuove informazioni, si trova la lista di nomi sospettati di collegamenti col terrioismo, cresciuta esponenzialmente in questi ultimi tempi, anche recenti, e con contraddizioni rese evidenti dall’analisi del programma XKeyscore dell’agenzia di intelligence americana, di cui Snowden non ha mai parlato.