Un thriller a puntate, sullo sfondo di Milano, tra moda, belle ragazze, nebbia e omicidi. Di quelli che sarebbero piaciuti a Scerbanenco, se non fosse che lui non ci avrebbe capito niente. Perché “Social Killer” è il primo romanzo giallo multipiattaforma pensato per smartphone e Facebook.
L’idea è di Vito Di Bari, esperto di innovazione, firma del Sole24Ore e autore di un thriller che farà molto parlare di sé. Da oggi e per almeno i prossimi 108 giorni.
Sono tante, infatti, le puntate di questo romanzo, una ogni giorno. La prima puntata è disponibile sul sito ufficiale. Le prossime lo saranno solo per i telefonini: chi possiede un iPhone o un iPod Touch potrà scaricare gratuitamente l’applicazione da iTunes Store nella sezione libri; i clienti Vodafone potranno scaricare in esclusiva le puntate direttamente sul cellulare, pagando solo la connessione.
La centralità del social network rispetto alla trama è spiegata dal suo autore:
Quante volte, leggendo un libro, ci siamo ritrovati a “parlare” con il libro muto, rivolgendoci al personaggio della storia? E gli abbiamo detto cose del tipo “ti vedo messo male, ragazzo” oppure “stai attenta, stai sbagliando tutto…”. A me capita… Ovvio che in Facebook non si parlerà con i veri personaggi ma ho cercato (e trovato) tre ragazzi che, in situazioni assimilabili, potrebbero provare emozioni simili, un omaggio ai registi del neorealismo italiano che cercavano persone vere ma accordate caratterialmente alle loro storie di fantasia. Ho chiesto ai tre ragazzi se gli va, per tre mesi, di rispondere quello che provano (con la loro personalità e carattere) ai lettori del libro, giorno per giorno perché anche loro, come i lettori, apprenderanno giorno per giorno dal telefonino cosa sta succedendo. In questo modo i lettori che ne avranno voglia potranno avere (quasi) un dialogo con i protagonisti del libro che stanno leggendo.
Dunque il thriller ha una trama definita, scaricabile sul proprio telefonino, ma il lettore trova in Facebook ulteriori elementi di arricchimento e indizi per capire cosa potrebbe accadere. Basta il proprio device per l’upload e visitare i profili del personaggi per scovare indizi. Un mezzo solo, e la connessione di rete per il primo vero romanzo 2.0 in Italia e forse nel mondo.
In un’interessante intervista su Wired, l’autore ammette il debito verso i Keitai Shosetsu, i romanzi per cellulare che in Giappone spopolano da anni, ma in effetti una forte componente di innovazione resta. Perché in letteratura non si inventa niente (i romanzi a puntate li facevano anche gli scrittori francesi e inglesi del 18° secolo): si innova.
Staremo a vedere la fortuna che avrà questo esperimento. Considerando la facilità di impiego e la gratuità probabilmente i numeri non mancheranno. A proposito: chi sarà mai questo serial killer che adesca ragazze sui social network e le uccide?
[youtube]7DNTsofhUAI]
[nggallery id=56[/youtube]