C’è Skype, c’è FaceTime di Apple, c’è la videochat su GMail. Facebook, invece, conta ancora sulle parole senza immagini. Da questa semplice osservazione è nata una start up che colma la lacuna e si candida ad essere la Chatroulette dei social network.
L’applicazione si chiama Socialeyes e sfrutta Facebook Connect per realizzare un servizio di videochat basato su Big F. L’hanno realizzata Rob Glaser e Rob Williams, già alla Real Networks e decisamente preparati sull’argomento: in pochi mesi hanno raccolto 5,1 milioni di dollari di investimento.
La loro creatura funziona così: quando si accede a SocialEyes si può chattare con gli amici, individualmente o a gruppi, ed è possibile spedire un videomessaggio ad un amico assente. La differenza con i servizi simili è che in pratica l’esperienza sociale è completa: tenere aperta la videochat (grazie alla webcam e al microfono) è come aprire una finestra online sul proprio ufficio o nella propria abitazione.
Ovviamente, da Facebook pesca la possibilità di creare gruppi di interesse, e potenzialmente fa incontrare persone che non si conoscono. Qui sta il punto delicato, perché in questo assomiglia a Chatroulette, invasa da atteggiamenti narcisistici quando non pornografici. Come spiega Glaser al New York Times:
“L’esperienza dell’incontro in video tra sconosciuti è indubbiamente eccitante, ma su SocialEyes c’è bisogno di una identità perché funzioni, per questo usiamo le ID di Facebook.”
Insomma, la persone dall’altra parte del monitor non sarà una perfetta sconosciuta, anzi più probabilmente sarà utilizzata per riunioni tra amici con altri amici di amici o per riunioni di lavoro.
Questa particolare convivenza di sincrono e asincrono (la registrazione dei video potrebbe trasformare Facebook anche nella nostra segreteria) ha potenzialità enormi: grazie al doppio schermo può essere il luogo dove vedere assieme, ma in luoghi diversi, un evento televisivo in streaming.
Nella modalità asincrona, cioè quando non vediamo nostri amici, può essere un tutorial di video, o un modo diverso di fare conoscenza con persone simili a noi per interessi, vicinanza geografica, magari prima sbirciando le loro videopresentazioni.
Le quali potrebbero essere inserite nei curriculum che queste piattaforme si apprestano a includere sempre più nell’immediato futuro.