Lo scambio illecito di file sulle reti di filesharing non coinvolge solamente l’industria discografica, ma anche i produttori di software. Una recente ricerca condotta in Gran Bretagna ha rivelato come il P2P abbia spinto i developer a considerare nuovi modelli di business, anche se il filesharing non viene percepito come una minaccia imminente.
L’indagine TIGA ha svelato come circa il 60% degli sviluppatori inglesi siano preoccupati riguardo allo scambio illegale di file, sebbene solo il 10% di essi consideri consideri questo rischio elevato.
Il 50% degli intervistati ha dichiarato che il P2P ha costretto a pensare a nuovi modelli di business che siano recepiti favorevolmente dagli utenti, come ad esempio le offerte a sottoscrizione mensile e la distribuzione di videogiochi gratuiti supportata dalla pubblicità.
Richard Wilson, CEO di TIGA, ha così commentato i risultati della ricerca:
I risultati dell’indagine mostrano chiaramente come gli sviluppatori inglesi stiano prendendo l’iniziativa per gestire il problema della pirateria, cercando nuove modalità di distribuzione dei contenuti e comunicando direttamente con i propri clienti. Gli sviluppatori stanno quindi cercando di risolvere il problema loro stessi, invece di affidarsi al Governo per ottenere una risposta alla pirateria.
Si tratta di una modalità d’azione diametralmente opposta rispetto a quella intrapresa dall’industria discografica. Mentre le major della musica hanno deciso di fare lobby per ottenere una risposta politica alla pirateria, i produttori di software hanno deciso di puntare sul cliente proponendo soluzioni sempre più appetibili.