Il futuro della mobilità non passa solamente dalla messa in strada di veicoli più efficienti o intelligenti (come quelli a guida autonoma), né esclusivamente dall’evoluzione delle infrastrutture che gestiscono il traffico. Anche la strada stessa sarà protagonista di un cambiamento epocale, abbandonando lo status di semplice supporto agli spostamenti per diventare qualcosa di più.
Il progetto Solar Roadways, di cui si è già parlato su queste pagine, si inserisce alla perfezione in quest’ottica. Si tratta in sintesi di un manto stradale che, anziché essere composto come da tradizione dall’asfalto, è costituito da moduli esagonali che contengono pannelli solari per la produzione di energia pulita, LED per l’illuminazione e una superficie di vetro temperato in grado di sopportare anche il peso dei mezzi pesanti. Semplifica inoltre le operazioni di manutenzione, poiché sostituirne una parte richiederebbe meno tempo e denaro rispetto a quanto avviene solitamente per sistemare una crepa o una buca.
Il Dipartimento dei Trasporti del Missouri ha deciso di testare la tecnologia su un breve tratto di Route 66, la più famosa delle highway storiche statunitensi, che si estende per oltre 3.750 Km dalla città di Chicago (Illinois) fino a Santa Monica (California), sulla costa ovest degli USA. Il test, che prenderà il via entro fine anno, servirà per capire quanto potrebbe essere vantaggioso, in un’ottica di sviluppo a lungo termine, adottare i pannelli di Solar Roadways su lunghe tratte.
Potenzialmente, un sistema di questo tipo non solo garantirebbe la sostenibilità dal punto di vista energetico delle località attraversate, ma permetterebbe anche di rendere a viabilità più sicura: la superficie dei pannelli prodotti da Solar Roadways può infatti essere riscaldata per evitare l’accumulo della neve nella stagione invernale ed è studiata in modo da drenare la pioggia in modo ottimale. Il progetto ha preso vita nell’Ohio, da un’idea dei coniugi Scott e Julie Brusaw, poi finanziata con successo attraverso una campagna di crowdfunding su Indiegogo.