Qualche giorno fa, il regista di Sonic – Il Film ha comunicato la decisione di apportare delle modifiche al personaggio principale del cortometraggio, Sonic appunto, per volere dei fan. Gli appassionati non avevano infatti gradito l’aspetto di Sonic nel primo trailer della pellicola e così Jeff Fowler, con un post su Twitter, ha annunciato un vero e proprio ridesign a cui andrà incontro il protagonista.
Thank you for the support. And the criticism. The message is loud and clear… you aren't happy with the design & you want changes. It's going to happen. Everyone at Paramount & Sega are fully committed to making this character the BEST he can be… #sonicmovie #gottafixfast 🔧✌️
— Jeff Fowler (@fowltown) May 2, 2019
Tutti a osannare la scelta di Fowler, che ha ascoltato le voci del pubblico, o presunto tale. Ma qui si apre un enorme dibattito, almeno personalmente, su come, quando e perché, l’audience di un film dovrebbe intervenire in questo modo nella costruzione visiva di una pellicola. I problemi di fondo sono tanti, davvero tanti. Partiamo da un presupposto: Sonic the Hedgehog era un videogioco, il lavoro di Jeff Fowler utilizza linguaggi, forme e contenuti sono verosimilmente accostabili a quelli di un videogame.
Che i fan non siano contenti dell’aspetto antropomorfo di Sonic, troppo alto e umano per essere vero, è un dato di fatto. Nemmeno io, a prima vista, ho fatto i salti di gioia, avendo passato gran parte della pubertà con un gamepad del Sega Mega Drive tra le mani. Ma quanto flebile dovrà ancora essere il confine che divide un’opera artistica dalla rappresentanza reale a cui questa si ispira?
La responsabilità che Jeff Fowler si è assunta non è da poco. Forse pensava di lavarsi le mani dando ascolto alle esigenze della rete e invece rischia di sorbirsi l’effetto contrario, dovendo ora soddisfare non il suo ego ma quello di milioni di persone. Dal canto loro, anche i fan della prima ora si espongono oltre i limiti. Se Sonic – Il Film avesse fatto flop, la colpa sarebbe stata solo del regista. Cosa accadrà invece nel caso di un mancato successo dopo le modifiche acclamate dalla folla? Chi se ne assumerà il peso?
Inoltre, cosa vieta a un artista, come Fowler, di rappresentare un mito cult come crede meglio? Del resto, parliamo di rivisitazione di un’icona che assume forme e dimensioni su un piano diverso, che forse non sarebbe nemmeno giusto declinare pedissequamente dall’origine in bit. Non è stato pensato così e non è stato definito così. Difficilmente sarebbe potuto accadere qualcosa di simile al film Pixels del 2015, dove gli 8-bit sono stati conservati fedelmente per disegnare Pac-Man, Donkey Kong e compagnia bella, presenti però solo in piccole scene e non lungo tutto il percorso, come il Sonic umanizzato.
Pensate a cosa sarebbe stato se internet si fosse rivolta per le opere deformate di Van Gogh, oppure per gli oggetti domestici afflosciati di Nikitovich e i quadri “maledetti” di Francis Bacon. Idee concepite dal proprio punto di vista, condite dalle esperienze personali e individuali e non, per forza di cose, rispondenti il nostro modo di essere e vedere.
E allora…#buongiornounCaffo