Sonos fa causa a Google per violazione di brevetti

Google è stata citata in giudizio da Sonos per aver presumibilmente copiato una tecnologia della società nel 2015.
Sonos fa causa a Google per violazione di brevetti
Google è stata citata in giudizio da Sonos per aver presumibilmente copiato una tecnologia della società nel 2015.

Guai in vista per Google. Sonos ha citato in giudizio il colosso della ricerca nelle scorse ore per “violazione di brevetti”: secondo la società, Google avrebbe utilizzato una sua tecnologia che per consentire agli altoparlanti intelligenti di riprodurre musica in modalità wireless in diverse stanze.

Aziende come Google e Amazon hanno invaso il mercato di Sonos vendendo smart speaker, che sono anche facili da collegare per riprodurre la stessa canzone o brani diversi in più stanze della medesima abitazione. Sonos ha così dichiarato:

Google è un partner importante, con il quale collaboriamo con successo da anni. Tuttavia, ha copiato palesemente e consapevolmente la nostra tecnologia brevettata durante la creazione dei suoi prodotti audio. Nonostante i nostri ripetuti e vasti sforzi negli ultimi anni, Google non ha mostrato alcuna volontà di venirci incontro per trovare una soluzione reciprocamente vantaggiosa. Non abbiamo altra scelta che proseguire per vie legali nell’interesse di proteggere le nostre invenzioni, i nostri utenti e lo spirito di innovazione che ha definito Sonos sin dall’inizio.

La causa, che è stata presentata a Los Angeles, afferma che BigG è venuta a conoscenza della tecnologia Sonos quando le due società hanno collaborato per portare il servizio di streaming musicale di Google sugli altoparlanti Sonos nel 2013. Si può infatti leggere:

Nel 2015, Google ha iniziato a violare intenzionalmente i brevetti di Sonos quando ha lanciato il suo primo prodotto audio wireless multi-stanza: Chromecast Audio. Da quel momento, l’appropriazione indebita della tecnologia brevettata di Sonos è solo proliferata, poiché Google ha ampliato il suo sistema audio multi-stanza wireless a più di una dozzina di diversi prodotti.

Alla luce di questo, viene dunque chiesto il blocco delle vendite di Pixel, Home e altri dispositivi.

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