Gli schermi con tecnologia OLED (Organic Light Emitting Diode) sono stati visti, inizialmente, con un occhio critico dai principali produttori per la durata di vita molto inferiore rispetto agli schermi a cristalli liquidi e al plasma, ma con il passare del tempo c’è stata una vera e propria corsa alla ricerca, sperimentazione e alla produzione di schermi con questa tecnologia.
Sotto questo punto di vista, le più grandi aziende mondiali hanno investito parecchi euro per svilupparli velocemente. Alienware e Sony sono solo alcuni chiari esempi. Quest’ultimo ha annunciato, proprio in questi giorni, il finanziamento di 22 miliardi di Yen, circa 140 milioni di euro, per cercare di sveltire il procedimento che porterà alla produzione di massa di questi nuovi monitor.
Ma quali sono i vantaggi della tecnologia OLED rispetto ai monitor tradizionali?
Principalmente quattro:
- bassa tensione di alimentazione;
- ottimo contrasto;
- brillantezza dei colori;
- spessore finale dello schermo ridottissimo.
Questi vantaggi sono possibili grazie alla struttura che è composta, come si apprende da Wikipedia, da:
vari strati sovrapposti: su un primo strato trasparente, che ha funzioni protettive, viene deposto uno strato conduttivo trasparente che funge da anodo; successivamente vengono aggiunti 3 strati organici: uno per l’iniezione delle lacune, uno per il trasporto di elettroni, e, tra di essi, i tre materiali elettroluminescenti (rosso, verde e blu), disposti a formare un unico strato composto da tanti elementi, ognuno dei quali formato dai tre microdisplay colorati. Infine, viene deposto uno strato riflettente che funge da catodo.
Nonostante la molteplicità di strati, lo spessore totale, senza considerare lo strato trasparente, è di circa 300 nanometri.
Gli investimenti serviranno per portare, definitivamente, sugli scaffali dei negozi gli schermi OLED alla fine del 2009.