Scrivere questa recensione mentre si sta svolgendo il Photokina vuol dire guardare le mirrorless in modo diverso. Inizialmente era una categoria di fotocamere che offrivano compattezza e leggerezza, ma chiedevano in cambio di rinunciare alle prestazioni tipiche di una fotocamera reflex.
Le novità appena presentate in Photokina, così come i prodotti su cui ho messo mano negli ultimi mesi, dimostrano come invece le mirrorless siano un prodotto diverso, ma sicuramente non un prodotto di ripiego. Prendiamo ad esempio l’autofocus e la raffica, due talloni d’Achille delle mirrorless di prima generazione.
Se valutiamo questi due aspetti nella Sony a6300, non possiamo infatti che restare pienamente soddisfatti: troviamo infatti 425 punti di messa a fuoco a rilevamento di fase distribuiti su praticamente l’intera area sensibile, nonché la capacità di effettuare raffiche da 11fps oppure da 8fps mantenendo attivo il live view.
Ma procediamo con ordine, iniziando con le prime impressioni.
Prime impressioni
La Sony a6300 si impugna davvero molto bene e, pur non avendo un appiglio per il mignolo, si riesce tranquillamente a usarla con una sola mano. Ovviamente avendola in prova insieme con il Sony Carl Zeiss Vario-Tessar T* E 4/16-70 ZA è decisamente meglio utilizzare due mani, sfruttando le due ampie ghiere per zoom e messa a fuoco.
L’esperienza d’uso è resa poi particolarmente piacevole dal grande numero di ghiere e tasti distribuiti sul corpo macchina. Richiede solo un po’ d’abitudine il fatto di avere entrambe le ghiere a portata di pollice: manca infatti una ghiera a portata di indice. Ho particolarmente apprezzato i tasti personalizzabili.
Ne ho assegnato uno al bilanciamento del bianco e uno alla funzione “ripresa silenziosa“. Grazie a quest’ultima funzione possiamo usare il solo otturatore elettronico, ottenendo uno scatto del tutto impercettibile e quindi assolutamente discreto. Peccato che questa funzioni non si ricordi di disabilitare il bip dell’autofocus, costringendoci a cercare la voce all’interno del menu.
Restando sugli aspetti che non mi hanno convinto è doveroso citare la gomma del paraluce del mirino troppo rigida: per me che indosso gli occhiali è quindi impossibile vedere bene. Un vero peccato dato che il mirino è estremamente nitido. Da segnalare poi il monitor non completamente orientabile e privo di funzionalità touch.
Infine un appunto alla testardaggine dei progettisti Sony: continuano a lasciare il tasto di avvio registrazione video incassato sul lato e quindi estremamente scomodo da usare. Io ho infatti preferito assegnare tale funzione al tasto AEL. Invece sono felice di trovare un flash a scomparsa che grazie al suo snodo può essere usato anche di rimbalzo.
Così come sono stato felice nel trovare una prontezza davvero ottima. Fotografare mia figlia di 13 mesi non è facile, eppure con questa fotocamera non ho perso uno scatto. Merito dell’autofocus per l’appunto e anche dello Zeiss, che ha reso ancora più evidenti gli occhi azzurri della mia bimba.
Ad essere pignoli l’esposimetro qualche volta ha sottoesposto oppure sovraesposto in modo inaspettato. Ma scattando in RAW+JPG non è stato affatto un problema.
Qualità immagine
I files JPG prodotti dalla Sony a6300 sono ottimi sia per il web che per la stampa. Le differenze rispetto al formato RAW sono quasi impercettibili. Ha senso ricorrere al RAW solo nei già citati errori di esposizione, recuperando così facilmente grazie anche all’ampia gamma dinamica.
Sul fronte della sensibilità i file sono ottimi dai 100 ai 800 ISO. Salendo a 1600 e 3200 ISO si inizia a notare l’intervento della riduzione rumore, che porta via il dettaglio fine. Salendo dai 6400 ai 12800 ISO si perde anche il dettaglio medio, ma sono ancora file stampabili.
Restano invece solo per le emergenze e per l’uso sul web i files alle massime sensibilità di 25600 e 51200 ISO, dato che compare una grana molto evidente e si perde la coerenza cromatica.
Conclusioni
Come ho scritto in apertura e anche in altre recensioni, le mirrorless non sono più alternative di ripiego. Non rischi più di perdere lo scatto. Se proprio lo perdi, beh, allora è colpa tua. Non puoi nasconderti dietro la scusa “se avessi avuto in mano la reflex”.
Ne è l’ennesima conferma questa Sony a6300, che tra l’altro può anche rinfacciare alla maggior parte delle reflex di avere punti di messa a fuoco a rilevamento di fase su praticamente tutta l’area inquadrata. Scusate se è poco.
Piace:
– ergonomia
– qualità immagine
– disposizione punti messa a fuoco
– nitidezza mirino
– prestazioni autofocus
– prestazioni raffica
– flash orientabile verso l’alto
– resa ottica Zeiss in prova
Non piace:
– gomma del paraluce del mirino troppo rigida
– monitor non completamente orientabile e privo di funzionalità touch
– posizione scomoda del tasto di avvio della registrazione video
– modalità ripresa silenziosa non disattiva i bip di messa a fuoco
– esposimetro non sempre preciso