Fin da quando è uscita sul mercato la prima mirrorless, era la Panasonic Lumix DMC-G1 nel 2008, si iniziava a fantasticare su quali sarebbero state le possibili evoluzioni. L’evoluzione che tutti giustamente si aspettavano era la crescita della superficie del sensore, dal micro quattro terzi all’APS-C fino al full frame.
Un’evoluzione che c’è stata, anche se lenta, dato che per vedere la prima mirrorless full frame, ovvero la Sony A7, abbiamo dovuto aspettare ben cinque anni, per la precisione fino al 2013. Ho poi dovuto aspettare qualche altro mese per avere una Sony A7 in prova, ma il momento è arrivato. L’ho potuta usare per tre settimane, durante le quali l’ho messa come da mia abitudine in prova sia in esterni che in sala posa.
Leggi tutte le ultime notizie sui prodotti Sony su ClickBlog
Leggi tutte le ultime notizie sui prodotti Sony su GadgetBlog
Sony A7: design ed ergonomia
La Sony A7 è piccola e leggera, ma si impugna molto bene, grazie alla generosa sagomatura dell’impugnatura dedicata alla mano destra. Ottima anche la posizione del mirino, centrato e ben sporgente, fatto che evita di dover far litigare il proprio naso con il corpo macchina. Mirino poi bellissimo sia da vedere che da utilizzare. Il sensore di prossimità fa egregiamente il suo lavoro. La visualizzazione è inoltre facilmente personalizzabile. Io preferisco avere l’inquadratura il più pulita possibile, tenendo ad esempio disattivata la livella elettronica su due assi. Bello anche il monitor LCD, purtroppo però orientabile solo parzialmente e solo in verticale, fatto che non consente ad esempio di aiutarsi nelle inquadrature durante un classico selfie. Sul corpo ci sono poi tante ghiere e tasti, tutti facilmente utilizzabili ed utili a ridurre al minimo la necessità di accedere al menù di configurazione. Ampia inoltre la possibilità di personalizzazione dei tasti, utile per “cucirsi addosso” l’interfaccia della fotocamera. Mi è piaciuto ancora una volta trovare un sistema di ricarica tramite cavetto standard MicroUSB, fatto che consente di condividere l’alimentazione con lo smartphone o altri dispositivi elettronici. Mi è spiaciuta invece l’assenza di un lampeggiatore integrato o fornito in kit, utile per schiarire le ombre oppure per comandare un flash in wireless. L’acquisto quindi di un flash esterno è quasi obbligatorio.
Sony A7: impressioni d’uso
La Sony A7 è facile ed intuitiva da usare. I comandi sono dove ci si aspetta di trovarli. Una ghiera per la modalità di esposizione, una ghiera per la compensazione, due ghiere per tempi e diaframmi se si vuole esporre in manuale. Più tanti pulsanti, sia dalla funzione specifica che dalla funzione personalizzabile. L’unico pulsante che non mi è piaciuto è quello per la ripresa video. La sua posizione è infatti troppo laterale ed incassata, risultando scomodo da azionare. Esposimetro e bilanciamento del bianco funzionano molto bene. L’autofocus, grazie alla messa a fuoco ibrida, risulta molto veloce e precisa. Peccato che in condizioni di scarsa illuminazione vada comunque in difficoltà. Ottimamente integrato il Wi-Fi, tramite il quale è possibile controllare da remoto la fotocamera: un vero piacere per i selfie! Tra le caratteristiche meno spiccatamente fotografiche ho apprezzato anche la ricarica tramite cavetto MicroUSB standard. Così si può usare lo stesso caricabatterie sia per lo smartphone che per la fotocamera: un oggetto in meno quindi da portarsi dietro in vacanza. Mi sono trovato infine bene anche con l’ottica in prova, ovvero il Sony FE 3.5-5.6/28-70 OSS. Silenzioso nella messa a fuoco, ottimo nella resa anche in pieno controluce ed anche piacevole nello sfuocato. Unico difetto sono le dimensioni: avrei preferito infatti in abbinamento alla Sony A7 un più compatto Sony FE 35mm f2.8 ZA Carl Zeiss Sonnar.
Sony A7: qualità immagine
I files generati dalla Sony A7 sono pronti per la stampa senza bisogno di lavorarci sopra. La differenza tra JPG e RAW risulta infatti evidente solo se abbiamo lasciato attivata la funzione “Compensazione distorsione”. Questa funzione va a correggere la distorsione dell’ottica, ma lo fa ritagliando parte dell’immagine. Quindi in questo caso l’area inquadrata tra JPG e RAW è leggermente differente. Sul fronte rumore è praticamente invisibile fino agli 800 ISO. Dai 1600 ai 6400 ISO inizia a comparire una fine grana che corrisponde ad una progressiva perdita del dettaglio più fine. Solo le due sensibilità massime, ovvero 12800 e 25600 ISO mostrano un palese impastamento dei dettagli. Ma anche a 25600 ISO le immagini sono utilizzabili per il web o per piccole stampe.
Sony A7: cosa chiederei di più
La Sony A7 è la prima mirrorless sul mercato. Ma la Sony ha una lunga esperienza nel settore delle mirrorless, fatto che le ha permesso di presentare subito un prodotto ben progettato. C’è ovviamente margine di miglioramento: io aggiungerei infatti un flash integrato e cercherei anche di potenziare l’autofocus. Ma la base di partenza è indubbiamente ottima.
Sony A7: conclusioni
Fino a qualche mese fa si sentiva dire “le full frame hanno una qualità immagine incredibile, ma sono pesanti ed ingombranti”, così come ” le mirrorless sono piccole e leggere, ma l’APS-C non rende bene come un full frame”. Ora è possibile mettere d’accordo letteralmente capra e cavoli. Le qualità del sensore full frame negli ingombri di una mirrorless. Niente di più e niente di meno. Questa è la Sony A7.
Piace:
– buona ergonomia
– qualità immagine
– mirino elettronico nitido e personalizzabile
– Wi-Fi utilizzabile per il completo controllo remoto
– ricarica tramite cavo MicroUSB standard
Non piace:
– monitor LCD parzialmente orientabile e solo verticalmente
– flash integrato oppure in kit assente
– posizione del tasto per le riprese video
– autofocus in difficoltà in condizioni di scarsa illuminazione
Voglio ringraziare infine la modella Barbara Rocco per aver posato negli scatti di prova.