Sony a9 è veloce, estremamente veloce. Questa la prima sensazione che si ha impugnando la macchina e iniziando a scattare. Lo abbiamo fatto ieri, sotto il sole battente di un mezzogiorno d’inizio estate, mettendo alla prova la mirrorless in un contesto dove può esprimere appieno il suo potenziale: quello sportivo.
Sony a9: il test
Uno shooting presso il Centro Ippico La Vigna di Lainate (MI), per testare Sony a9 con due obiettivi diversi: il grandangolo 16-35 f/2.8 G Master e il teleobiettivo 70-200 f/2.8 G Master. Gli scatti sono raccolti nella galleria visibile qui di seguito in una versione frutto di post-produzione, mentre è possibile vedere i file originali, in ogni loro dettaglio e arricchiti dai dati EXIF, in un album su Flickr. Abbiamo immortalato cavalli e amazzoni al trotto, al galoppo e durante il salto degli ostacoli, nei dietro le quinte e infine cimentandoci con qualche ritratto in posa.
Sebbene in una sola ora non sia semplice prendere confidenza con tutta la tecnologia equipaggiata, il primo impatto (anche per chi è abituato nel quotidiano a dispositivi di altri brand come il sottoscritto) è quello di una fotocamera user friendly, nonostante la sua natura da top di gamma indirizzata al segmento professionale: il layout dei comandi facilita l’accesso a tutte le principali impostazioni, in modo quasi sempre rapido e intuitivo.
Una mirrorless con sensore full frame da 24,2 megapixel e processore BIONZ X che assicura performance di fascia alta: abbiamo scattato in modalità raffica a 20 fps per oltre una decina di secondi consecutivi, salvando le immagini sia in formato RAW sia in JPEG. Nessun compromesso nemmeno in termini di autofocus, grazie a un sistema a 693 punti che copre il 93% dell’area e segue il movimento del soggetto con un refresh pari a 60 volte ogni secondo. Insomma, i professionisti della fotografia sportiva hanno di che gioire.
Ottimo anche il mirino elettronico: possiamo affermare che da questo punto di vista il gap con il segmento reflex è stato colmato. A pochi anni dal debutto dei primi modelli, quello che inizialmente era uno dei grandi limiti dei prodotti mirrorless sta diventando un brutto ricordo. Durante il test abbiamo preferito concentrarci sulle abilità fotografiche di Sony a9, tralasciando dunque il comparto video. Si segnala comunque il supporto alla risoluzione 4K che la rende adatta anche ai filmmaker.
Difficile trovare difetti a un dispositivo come la a9, anche in considerazione del poco tempo avuto a disposizione per testarla. Dal punto di vista tecnico è un concentrato di tecnologia, ma tanta potenza richiede un’adeguata capacità di controllo: se ci si lascia prendere la mano dai 20 fps ci si troverà alla fine della sessione con centinaia di immagini pressoché identiche tra le quali scegliere. Inoltre, il prezzo è elevato, 5.300 euro al lancio (solo corpo macchina), rendendola di fatto inaccessibile per tutti coloro che non fanno della fotografia il proprio lavoro.