Il polverone causato da George Hotz si chiude con un nulla di fatto a livello legale ed un accordo tra le parti che permetterà ad entrambe di lasciarsi alle spalle quanto accaduto. In una nota ufficiale, infatti, Sony ha reso noto di aver siglato un accordo con il giovane hacker per porre fine alla querelle legale in atto. Prima che potessero giungere pericolose sentenze sia per Hotz che per Sony, dunque, si è preferito adottare la linea diplomatica, arrivando ad un’intesa dalla quale potranno giovare entrambi.
L’intera vicenda affonda le proprie radici nel tentativo del giovane hacker, meglio noto nel web con lo pseudonimo di Geohot, di sbloccare la console PlayStation 3 di Sony, permettendo l’installazione di software non ufficialmente supportato dalla società nipponica. Dopo essere giunto alla ribalta in qualità di primo programmatore in grado di sbloccare l’iPhone di Apple, dando il via ad una vera e propria community che si occupa del jailbreak del Melafonino, Hotz è riuscito anche ad aggirare i sistemi di protezione posti da Sony per evitare tale procedura.
Il gruppo giapponese ha immediatamente reagito alla pubblicazione in rete degli strumenti con i quali Geohot è riuscito a sbloccare la PS3, minacciando prima di ricorrere alle vie legali e citando poi in tribunale il ventitreenne originario del New Jersey. Agendo in difesa delle proprie tecnologie, per salvaguardare la proprietà intellettuale violata, Sony ha promesso vendetta all’hacker. Vendetta che, alla luce di quanto accaduto, non avrà più motivo d’essere: l’accordo prevede infatti la promessa per cui Geohot non provi più ad eseguire il jailbreak della PlayStation 3, almeno non pubblicamente.
Il pensiero di Hotz, del resto, è da sempre stato quello di non aver violato alcuna legge o incitato in alcun modo alla pirateria: ogni esperimento è stato da sempre condito dalla volontà di fornire ad altre persone la possibilità di sfruttare al 100% i dispositivi acquistati, ritenuti dal giovane di pieno possesso dei rispettivi acquirenti e dunque liberamente sbloccabili. Nonostante la raccolta fondi che ha permesso a Geohot di accumulare il denaro necessario alle spese legali grazie alle donazioni degli utenti, desiderosi di aiutare anche in minima parte Geohot, la vicenda può dirsi definitivamente archiviata. Il giovane è stato inoltre ritenuto estraneo agli attacchi che hanno colpito i server Sony nelle scorse settimane, attribuiti al gruppo degli Anonymous.