Ormai è risaputo che le associazioni anti-pirateria unitamente ai provider si sono alleate per arginare la pirateria digitale. Le battaglie legali sono all’ordine del giorno e le Major sono costantemente sul piede di guerra.
Recentemente, al Broadband World Forum, John McMahon di Sony ha apertamente dichiarato che lo scopo primario sarà quello di contrastare il P2P mediante una stretta collaborazione con gli Internet Service Provider per far sì di contenete i danni economici arrecati dal file sharing.
Sony e i provider erano favorevoli al blocco della connessione degli utenti “indisciplinati” che avevano condiviso in Rete materiale tutelato dal diritto d’autore. Doveva essere poi cura degli abbonati dimostrare la loro innocenza (ma nel frattempo, ingiustamente essi pagavano un servizio di cui materialmente non potevano fare uso).
Le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto The Pirate Bay hanno stravolto i piani delle Major e degli ISP.
È giusto che le Major, unitamente agli ISP, cambino le rispettive politiche aziendali se vogliono massimizzare i profitti ma senza gravare pesantemente (sia a livello legislativo che in termini di costi) sul consumatore finale del prodotto offerto.