Sony ha annunciato che è pronta a investire circa 80 miliardi di Yen (pari approssimativamente a 1 miliardo di dollari) nella produzione di sensori CMOS di nuova generazione dedicati principalmente al mercato smartphone. L’obiettivo è anche quello di incrementare la capacità produttiva dei propri impianti fino a 60.000 wafer al mese, contro i 50.000 raggiunti a marzo 2012 e di far fruttare i settori che ancora riescono a dare qualcosa al colosso giapponese.
Gli ultimi dati del resto parlano chiaro: la divisione dedicata alla produzione di televisori è in costante e triste declino, con ben 12 miliardi di dollari persi negli ultimi nove anni e un ulteriore crollo dell’11% già previsto per il 2012. Non resta allora che continuare a spingere sul versante fotografico, sempre stabile, e su quello mobile, che dopo la fine della joint-venture con Ericsson è in lenta ma continua crescita.
Produrre sensori CMOS da destinare principalmente all’industria degli smartphone è di conseguenza la decisione più ovvia da prendere. Parliamo dopotutto dei migliori esponenti del settore che hanno già dato bella mostra di sé con i modelli della nuova linea Sony Xperia che, in particolare con il modello S che vanta un sensore di 12 megapixel, è in grado di garantire prestazioni al top e al livello di una normale fotocamera compatta.
Sony è perfettamente consapevole dell’importanza che hanno nel mercato odierno smartphone sempre più completi, ma anche tablet in grado di scattare anche delle buone fotografie. Non è un caso che nel comunicato stampa distribuito per annunciare la notizia, la compagnia di Tokyo parli specificatamente anche di nuove tavolette: lecito attendersi l’annuncio di tablet targati Sony che potrebbero fare della fotografia uno dei loro punti di forza.