Ci sono dati che è impossibile ignorare. Quando a distanza di poche ore tanto Sharp quanto Sony si trovano costrette ad annunciare un pesante taglio nelle prospettive per il 2012, infatti, non si può parlare semplicemente di coincidenza. Sony ha delineato introiti per 20 miliardi di yen contro i 30 previsti in precedenza, Sharp ha registrato una perdita di 1,2 miliardi di yen nel solo primo trimestre dell’anno e sta pensando a 5000 licenziamenti per ristrutturare i conti aziendali.
Entrambi i gruppi, colossi mondiali della produzione di apparecchi televisivi, si trovano infatti a fare i conti con un prodotto che nonostante l’innovazione non è più in grado di trainare gli acquisti e stimolare il ricambio. Chi ha un tv, insomma, se lo tiene: il passaggio all’alta definizione è stato l’ultimo grande traino, il 3D ha incespicato in difetti tecnici e costi eccessivi (il che ha appesantito le difficoltà in termini di disponibilità di contenuto) e la grande macchina televisiva si è così arenata in una baia nella quale i grandi produttori hanno attraccato in attesa di idee.
Idee che, però, rischiano di non arrivare. Ed è questo il contesto nel quale si va ad incastonare il maggior pericolo per i vecchi equilibri del settore: l’avvento di nuovi grandi nomi che potrebbero sparigliare le carte e far proprio il mercato in tempi estremamente rapidi.
Le smart tv sono una grande promessa mai mantenuta. Sebbene le televisioni intelligenti rappresentino una prospettiva raggiungibile, l’esperienza dell’utente non è stata fino ad oggi all’altezza delle attese e ciò ha determinato una certa diffidenza da parte degli acquirenti: a che serve avere YouTube in tv per vederci filmati girati con il telefonino? A che serve avere Facebook in tv quanto è molto più comodo e semplice sfogliarlo su smartphone? A che serve avere le foto in tv quanto su tablet si vedono alla grande e senza difficoltà? Insomma: a che serve una tv intelligente quando le sue funzioni a valore aggiunto sono difficili da gestire, scomode da utilizzare ed onerose all’acquisto?
Se Sharp e Sony si trovano a dover comunicare dati tanto pesanti e prospettive del tutto grigie, il motivo è anzitutto in questa impasse, dalla quale in pochi stanno cercando di svincolarsi. Le idee per le tv del futuro arrivano però da altrove, da mondi paralleli che nel software, piuttosto che nell’hardware, hanno costruito la propria fortuna. Microsoft porta avanti l’offerta Xbox, Apple sta pensando alla iTV mentre abbozza il settore con la Apple TV, Google è da tempo impegnata sulla Google TV. Tutte sono in cerca dell’elemento magico in grado di fornire la massima integrazione con la massima facilità ed al minimo prezzo. Per tutte, però, quella che è l’offerta Sharp o Sony altro non è se non strumento passivo di riproduzione, privo di qualsivoglia intelligenza: l’elaborazione, lo storage e la distribuzione sono nel cloud. E la ricchezza è nel software, nella piattaforma, nell’ecosistema complessivo di cui l’hardware siventa soltanto componente passiva, minoritaria, priva di valore aggiunto.
La Hon Hai sta acquistando quote della Sharp, pronta eventualmente a mettere a disposizione gli stabilimenti ad Apple per produrre la iTV. Microsoft produce da sé la Xbox e produrrà da sé schermi interattivi, dunque non avrà difficoltà a bypassare quelli che sono oggi i principali leader di mercato; Google ha approcciato Sony per la Google TV, ma ad oggi c’è stato poco coraggio e risultati del tutto deludenti.
Sharp e Sony si trovano insomma nella situazione in cui Nokia si è trovata poco tempo fa: su una piattaforma in fiamme, in mezzo all’oceano, ed un salto nel buio è l’unica via praticabile per salvarsi la pelle. Poi bisognerà nuotare. Mentre Nokia sta nuotando in cerca di un salvagente, Sony e Sharp sono ancora in bilico tra il passato ed il futuro, in cerca di identità nel momento in cui il mondo della produzione hardware non sembra più avere troppo da dire mentre quello della produzione software ha pronto un nuovo ulteriore balzo in avanti con il quale fagocitare tutto quanto ruota attorno alle principali piattaforme.
Tra hardware e software, insomma, ha vinto ancora una volta il software. Sony e Sharp, calcolatrice alla mano, se ne stanno rendendo conto.
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