La questione privacy su Facebook? Sopravvalutata, secondo Mark Zuckerberg. Il fondatore del social network più cliccato del Web, 26anni compiuti il maggio scorso, minimizza le accuse mosse alla piattaforma da più parti e relative a un approccio poco attento alla tutela degli utenti.
In particolare, a finire sotto accusa sono state più volte le politiche adottate dal gruppo in merito alle modalità di condivisione delle informazioni riservate che, con l’introduzione di nuove impostazioni legate alla privacy, hanno spesso finito con lo spingere gli iscritti a rendere pubblico un volume sempre maggiore di dati personali, talvolta in modo involontario.
In molti si preoccupano della loro privacy e ogni qualvolta ci troviamo a fare un cambiamento finiscono con l’ingigantire il problema a dismisura. Siamo consci del fatto che la gente ci muoverà delle critiche per questo, ma crediamo che la strada intrapresa sia quella giusta.
Queste le sue parole riportate in un’intervista pubblicata dal magazine The New Yorker, che difficilmente verranno ben accolte dai familiari di Ashleigh Hall, 17enne stuprata e assassinata da Peter Chapman (33 anni), dopo essere stata adescata proprio su Facebook. Così, la madre della ragazza, ha commentato quanto accaduto in una dichiarazione rilasciata al Daily Mail:
Mark Zuckerberg è una disgrazia. La tutela della privacy è di primaria importanza e avrebbe potuto salvare la vita di mia figlia.