La questura di Firenze ha ordinato la chiusura di ben 8 internet point della zona di Firenze perchè non ottemperavano alla regolamentazione vigente in maniera di accreditamento per l’uso delle postazioni.
L’affare è più serio di quello che la pena non faccia pensare (la chiusura per un massimo di dieci giorni): gli internet point infatti sono tenuti a registrare con dovizia tutti i dati dei propri clienti e gli orari in cui utilizzano le postazioni poichè in caso di crimine informatico essi siano perseguibili. Se ciò non accade una qualsiasi postazione di un internet point può essere un porto franco dover poter perpetrare qualsiasi crimine in campo informatico indisturbati.
La Polizia di Stato stima inoltre che su un totale di 106 autorizzazioni concesse a phone center e internet point ben 41 avrebbero visto la propria licenza sospesa per un periodo dai 2 ai 30 giorni e 5 se la sarebbero vista revocare.
A vigilare sull’applicazione corretta delle norme è la Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, coordinata con la Squadra Investigativa, seguendo le norme previste dal pacchetto Pisanu che, stando ai comunicati della polizia, dalla sua entrata in vigore ha sensibilmente ridotto e quasi azzerato la percentuale di esercizi abusivi.
Il problema semmai rimane sul monitoraggio delle conversazioni e sull’identificazione degli utenti, poichè la maggioranza degli internet point è gestita da extracomunitari (solitamente nordafricani) e frequentata sempre da extracomunitari, molti dei quali non in regola e quindi restii a comunicare i dati per l’identificazione personale.