Internet come accessibilità, come interoperabilità, come condivisione. Luogo che può essere tanto visibile quanto oscuro, tanto necessario quanto pericoloso. Lo State of the Net edizione 2014 è stato nel segno delle contraddizioni, ma è restato un certo ottimismo di fondo. La fotografia della Rete è venuta un po’ mossa, ed è un bene.
La conferenza di Trieste ha ospitato oltre mille partecipanti, arrivati da tutta Italia, dal Regno Unito, Germania, Norvegia, Slovenia, Austria, Croazia, Serbia, Romania, Russia, India e Sud Africa, 45 speaker da Europa, Stati Uniti e Australia hanno fotografato lo stato dell’arte della rete e messo al centro le dinamiche future della conoscenza, dello spazio e della mobilità, dei diritti, della sanità, della comunicazione e delle passioni, attivando per tre giorni conversazioni sui social media e diventando trending topic, negli stessi giorni del mondiale di calcio e del clamoroso (ironia della sorte) black out causato dalla Wind-Infostrada.
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— infoFACTORY (@info_factory) June 16, 2014
Per i tre fondatori, Beniamino Pagliaro, Paolo Valdemarin e Sergio Maistrello, un ottimo risultato e un passo avanti anche nello stabilire relazioni internazionali, la premessa della crescita dell’edizione 2015 alla quale già si sta lavorando. Quali sono i punti salienti di questa edizione appena passata e cosa ha lasciato a chi vi ha partecipato? Sicuramente alcuni concetti, piuttosto complessi – e quindi da rivedere nella playlist su YouTube – e indispensabili su come Internet sia l’autentica rivoluzione alla base di tutte le altre tecnologie possibili e immaginabili al suo cospetto. Lo hanno spiegato Euan Semple, Roger Taylor, Adriana Lukas tra gli ospiti stranieri, con la loro competenza sui dati aggregati, la privacy e le risorse per migliorare le vita delle persone. Lo hanno ribadito Gigi Tagliepietra e i suoi ospiti al panel sulla sicurezza ai tempi del Datagate. Il #SOTN14 è stata l’edizione che più ha cercato vie concrete per evitare quello strano senso di girare a vuoto che mai prima si era sentito nell’ambiente della Rete.
Superare l’enpasse credendo nelle persone
Nonostante la forte caratterizzazione tecnica dello State of the Net, alla fine dei tre giorni la morale è che per superare l’enpasse e ritrovare nell’Internet di oggi e di domani una Rete libera, open, partecipativa, insomma una evoluzione positiva, bisogna credere più nelle persone che non nella infrastruttura. I protagonisti di questa manifestazione hanno raccontato come integrare sistemi, proteggere i propri dati, migliorare i servizi alla persona, hanno introdotto novità dirompenti, tali da sollevare resistenze molto forti e stimolare il dibattito legislativo, ma nessuna di queste azioni è nata orfana, priva di padri e madri: sono prima di tutto storie e intuizioni personali. La differenza con molte fasi del passato è che sono condivisibili, che queste storie si perpetuano modificando la realtà stessa nella quale sono nate. Anche grazie a moltiplicatori come lo State of the Net.
That's it: #sotn14 ends here. Thank you, every body! See you at #sotn15 pic.twitter.com/5lTtMir0Hp
— State of the Net (@stateofthenet) June 14, 2014