PRS for Music annuncia di aver raggiunto con i vertici di SoundCloud un accordo attraverso il quale la piattaforma verserà le royalty agli artisti aventi diritto, per lo sfruttamento dei propri brani sul servizio di streaming. Una stretta di mano che giunge al termine di un percorso lungo e tortuoso, durato cinque anni, non privo di difficoltà, che nel mese di agosto è giunto alla formalizzazione di una denuncia.
Poco più di un anno fa SoundCloud ha firmato la sua prima partnership con una major discografica, Warner Music Group, finalizzata all’espansione del servizio. Anche la collaborazione con PRS avrà una finalità simile: si parla infatti di nuove iniziative e funzionalità messe in campo nel corso del 2016 in Europa, anche se non sono stati svelati in via ufficiale dettagli più approfonditi in merito. L’unica certezza è che gli artisti e le band detentori del diritto d’autore saranno ricompensati, anche grazie ad un sistema inedito di meta dati in grado di identificare quando un loro brano è utilizzato in una delle creazioni caricate sulla piattaforma.
La fondazione di PRS for Music risale al 1914, a Londra. Inizialmente chiamata solo Performing Rights Society, l’organizzazione non ha scopo di lucro e si occupa principalmente di tutelare i diritti d’autore dei musicisti britannici. Tra le altre mansioni rientra quella di promuovere l’attività di compositori e case discografiche nel Regno Unito. Il lancio di SoundCloud risale invece al 2008, ad opera di un team tedesco: ad oggi il servizio è uno dei più apprezzati di tutta la Rete per quanto riguarda la musica indipendente, grazie anche gli strumenti integrati per la condivisione e la collaborazione con la community online.