173 dipendenti della piattaforma SoundCloud perdono il loro impiego e dovranno cercare una nuova occupazione. Il servizio annuncia di aver ridotto del 40% circa la propria forza lavoro, nel tentativo di ridurre le uscite e trovare una formula di business sostenibile per il futuro, in grado di garantire un ritorno economico adeguato agli investimenti messi in campo. Saranno chiusi gli uffici di Londra e San Francisco.
Secondo quanto dichiarato dal co-fondatore Alex Ljung, il gruppo ha più che raddoppiato le entrate nel corso degli ultimi dodici mesi. Stando a una stima condivisa da TechCrunch l’anno fiscale 2016 si è chiuso per SoundCloud con un utile intorno ai 57 milioni di dollari. Un’inezia se confrontato con quello di colossi della musica in streaming come Spotify (2 miliardi) o Pandora (1,39 miliardi). Sembra dunque non aver portato all’esito auspicato, almeno per il momento, il lancio della formula di abbonamento premium Go dello scorso anno, né il profondo restyling in chiave social del 2012. Di recente è stata anche introdotta la funzionalità The Upload con l’obiettivo di garantire maggiore visibilità ai giovani talenti e artisti emergenti.
In passato si è parlato della possibile acquisizione di SoundCloud da parte di Twitter, Google e Spotify, ma in tutti i casi non si è fatto nulla. L’annuncio dei licenziamenti arriva direttamente dalle pagine del blog ufficiale. Ecco un estratto del post condiviso.
Abbiamo trascorso gli ultimi anni crescendo il nostro business nel mondo competitivo dello streaming musicale, più che raddoppiando i nostri introiti in soli dodici mesi. Ciò nonostante, abbiamo necessità di garantirci una prospettiva di lungo termine. Per farlo dobbiamo tagliare i costi, continuare a far crescere le entrate legate all’advertising e agli abbonamenti, assicurando di restare concentrati su ciò che rappresenta un nostro vantaggio competitivo: gli artisti e i creatori.