Space Invaders 9/11 e i videogiochi d'arte moderna

Space Invaders 9/11 e i videogiochi d'arte moderna

Esiste un dibattito da molto tempo intorno alla questione se i videogiochi possano essere considerati una forma d’arte. Un dibattito che si svolge a due livelli, un primo più sofisticato e documentato che viene veicolato attraverso libri e pubblicazioni accademiche (per un buon riassunto sullo stato delle cose consiglio i libri di Matteo Bittanti) e un secondo più istintivo e passionale che avviene sui giornali e presso l’opinione pubblica (vedi i blog).

I videogiochi si sono evoluti molto tecnologicamente e soprattutto dal punto di vista del linguaggio, cioè nei modi con i quali tentano di mostrare, parlare e spiegare cose all’utente/giocatore. Proprio tale crescente complessità di “racconto” è l’argomentazione più forte di chi sostiene che è ovvio che i videogiochi siano arte, poichè veicolano implicitamente dei valori, delle idee sul mondo e stimolano dubbi, riflessioni ed emozioni.

L’opinione pubblica però non sembra pronta ad accettarlo e lo sa bene l’artista franco-americano Douglas Edric Stanley che è stato costretto a smantellare una sua versione modificata di Space Invaders che adatta il gioco all’undici settembre.
Si chiama Invaders! ed è un’installazione artistica che propone una versione modificata del noto gioco nella quale si abbattono le torri gemelle. E’ stata realizzata per il 30esimo anniversario del gioco anche se l’idea originale era già stata sfruttata dallo stesso Stanley nel 2001. Questa volta però il gioco è più complesso, comprende i punteggi, prevede il multiplayer e ha dei legami più forti con tutte le dinamiche storiche dell’evento. Scopo del gioco è uccidere gli alieni prima che distruggano le torri, cosa che però è quasi impossibile.

L’opera era in mostra alla Leipzig Game Convention ma le molte proteste hanno costretto Stanley a smantellarla. Oltre a questo si ripete la solita litania di minacce di denunce, sequestri, eccetera.

Si potrebbe dire che l’opera ha colto nel segno, date le reazioni. Space Invaders negli anni è diventato un oggetto pop, riconoscibile anche da chi non ci ha mai giocato e noto di nome a quasi tutto il mondo. E’ sinonimo ormai della parola videogame e ha saputo negli anni ispirare racconti, storie, film e filoni di fantascienza.

Ora Stanley opera il percorso contrario porta la realtà dentro Space Invaders mostrando un’altra invasione, altrettanto disastrosa e altrettanto catastrofica. La componente ludica poco importa nell’installazione dell’artista francese, conta di più il fatto che sia quasi impossibile vincere.

Anche la scena delle torri fumanti è diventata un’immagine pop, vista da chiunque nel mondo e simbolo per estensione della catastrofe avvenuta. Contaminando le due opere Stanley rafforza il messaggio di una visione mediatica del mondo che avviene per immagini, per nomi e per simboli.

Allora Space Invaders come le torri fumanti, parte della nostra cultura, un’invasione fittizia e una effettiva che incidono nel medesimo modo nell’immaginario collettivo.

Se non è arte questa…

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