Il Falcon Heavy ha spiccato il volo per la prima volta e la nuova impresa di SpaceX è stata quasi un completo successo. L’uso del termine “quasi” è d’obbligo visto che solo due booster su tre sono riusciti successivamente a tornare a terra ma questo non diminuisce la portata del trionfo del nuovo progetto dell’azienda di Elon Musk. Il lancio è avvenuto nella tarda serata di ieri con un ritardo di oltre un’ora sulla tabella di marcia a causa di alcune condizioni meteo sfavorevoli.
Superato questo problema, verso le 21.30 di ieri sera, il Falcon Heavy è riuscito a decollare senza alcun problema. Tutte le fasi del lancio si sono svolte senza inconvenienti, compresi i delicati distacchi dei tre booster. Uno degli obiettivi secondari era quello di fare atterrare i tre booster per poi poterli utilizzare nuovamente. I primi due sono atterrati tranquillamente in maniera assolutamente simultanea. Per il terzo nucleo del Falcon Heavy non c’è stato, invece, nulla da fare. Dopo alcune ore di attesa in cui non si sapeva nulla sul suo destino, SpaceX ha confermato che il nucleo centrale del razzo non è riuscito a tornare a terra. Sembra, infatti, che il booster, a causa della mancanza di propellente, sia stato in grado di accendere solamente uno dei tre motori cosa che non ha reso possibile rallentarlo a sufficienza.
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Un piccolo incidente che andrà analizzato ma che non ha tolto il sorriso sulla faccia di Elon Musk. Il lancio di ieri ha dimostrato che il progetto del Falcon Heavy è sano e che questo nuovo razzo è pronto per essere utilizzato per delle vere e proprie missioni. Il nuovo razzo di SpaceX da ieri sera ha ottenuto il primato del razzo più potente del mondo. Grazie ai suoi 27 motori è in grado di portare in orbita carichi molto pesanti e questa sua peculiarità aprirà nuove possibilità di business per la società.
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Dopo il lancio, la missione del Falcon Heavy, in realtà, non si era ancora conclusa del tutto. Lo stadio superiore del razzo che conteneva al suo interno la Tesla Roadster di Elon Musk ha compiuto una manovra per rimanere in orbita geostazionaria per circa 6 ore per dimostrare la validità del progetto all’Aeronautica Militare Americana ed ad altri potenziali clienti.
Successivamente, il razzo ha attraversato la fascia di Van Allen, una zona densa di pericolose radiazioni. A quel punto, lo stadio superiore ha riacceso i motori per posizionare la Tesla Roadster in un’orbita intorno al Sole che le permetterà di avvicinarsi al pianeta Marte. In questo momento, l’auto elettrica di Elon Musk ha iniziato un lungo viaggio nello spazio.