Falcon Heavy di SpaceX si è cimentato nella “sua missione più difficile finora intrapresa”, come l’ha definita lo stesso Elon Musk. Purtroppo però, dopo il lancio avvenuto alle ore 8:30 di questa mattina (ora italiana), il razzo ha visto il suo stadio centrale esplodere, schiantandosi nell’Oceano Atlantico.
Lo stadio centrale era destinato a raggiungere la nave automatica “Of Course I Still Love You” situata a circa 750 miglia dalla zona di lancio, a Cape Canaveral, ma non è andato tutto nel migliore dei modi (due razzi ausiliari, utilizzati per la seconda volta, sono invece atterrati come previsto).
Il vettore sarà impegnato fino alle 14:00 e metterà in orbita la bellezza di 24 satelliti, ma trasporta anche un orologio atomico per lo spazio profondo, una vela solare e persino ceneri umane. I resti di 152 persone sono a bordo del razzo di Space X, privilegio che è costato alle famiglie dei defunti più di 5000 dollari nel 2018. Le ceneri sono state custodite in capsule di metallo e collocate a bordo in vista del lancio. Tutto ciò è stato possibile grazie a una ditta privata di pompe funebri, Celestis DNA, specializzata in quella che si potrebbe definire una “sepoltura spaziale”. Tra le ceneri, anche quelle di James Doohan, attore di Star Trek scomparso nel 2005, e dell’astronauta americano Bill Pogue, che trascorse 84 giorni a bordo dello Skylab statunitense. L’urna funeraria spaziale, nota come Orbital Test Bed, rimarrà in orbita per 25 anni, prima di ricadere sulla Terra sotto forma di “stella cadente”.
Nel frattempo, il progetto Starlink dell’azienda di Musk continua ad accendere dibattiti tra gli astronomi nonostante la sua indubbia utilità – prevede infatti di fornire accesso a Internet in ogni zona del mondo.