C’è una guerra allo spam ma c’è anche una guerra agli anti-spam. E’ quella che hanno intrapreso ignoti spammer (o presunti tali) i quali hanno identificato il proprio nemico in alcuni siti in grado di offrire servizi anti-spam e li hanno costretti a chiudere.
L’arma è quella dell’attacco al sito al fine di mettere in difficoltà il server, fino a costringere alla chiusura della struttura. Andrew Barrett, direttore esecutivo della Spamcom Foundation, sottolinea come un attacco di questo tipo rappresenti una vera e propria escalation in una guerra che fino ad ora si era limitata a scaramucce non rilevanti.
In questi giorni è in approvazione negli USA una legge anti-spam federale, mentre in California è già promulgato il regolamento che prevede fino a 1000 dollari di multa per ogni mail indesiderata inviata, con sanzioni pecuniarie fino a 1 milione di dollari nei confronti di vere e proprie compagnie di spam. L’attacco si inserisce in questo contesto come ad una mossa intimidatoria che solleva però le polveri sul caso alimentando la battaglia anti-spam intrapresa dal governo federale.