Il principale problema dello spam rimane ancora e sempre la redditività di tale attività: il facile lucro conseguente rimane la principale causa del fenomeno ed i dati statistici al riguardo confermano il tutto. Secondo quanto rilevato dalla Forrester Research in Inghilterra, infatti, quasi un utente su 4 (22%) ha già acquistato software tramite questo canale ed il fenomeno si fa ancora più preoccupante se si valutano anche gli acquisti catalogati sotto altra sezione merceologica.
Secondo l’indagine, che nella versione completa è costituita da 6000 interviste equamente suddivise su 6 diversi paesi (Brasile, Canada, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti) , il 90% degli utenti inglesi dichiara di ricevere spam: il 40% di essi è preoccupato per i pericoli legati alla sicurezza, il 37% vede a rischio la propria privacy, ma il restante 23% legge e tiene in considerazione tali messaggi promozionali.
Secondo Mike Newton, portavoce Business Software Alliance (l’agenzia che ha commissionato la ricerca), «molti consumatori online non considerano i veri motivi degli spammer» e così facendo viene messa in serio pericolo la propria sicurezza (il dito è puntato in modo particolare sugli spyware, canale grazie al quale gli spammer esercitano le proprie azioni).
Secondo i dati forniti dalla ricerca il Brasile è il paese ove lo spam viene maggiormente tenuto in considerazione (37%) ed un paese come la Francia, ove il 29% degli utenti legge i messaggi di spam, registra una percentuale di acquisto pari addirittura al 48% (uno su tre legge, uno su sei acquista).
Nel contempo dal APWG (Anti-Phishing Working Group) si segnala come i siti legati in qualche modo al fenomeno del phishing siano aumentati nel solo mese di Novembre di ben il 33% (trend mensile medio del 28%), il che ben fotografa il momento critico della sicurezza online.